Frequentandolo da anni, se dovessi descrivere fisicamente Tex (anche rispetto a venti anni fa) a qualcuno che non lo conosce, cosa diresti?
Una montagna d’uomo.
Alto e slanciato, con un bel sorriso.
Se ti chiedessero di trovare una somiglianza fisica e di portamento con un altro personaggio famoso, oggi, che veleggia verso i cinquanta anni, cosa risponderesti?
Fisicamente Tex mi ricorda Burt Lancaster. Un cinquantenne d’oggi invece, potrebbe essere Liam Neeson.
Il suo modo di essere fisicamente “ingombrante” ti incute ancora timore reverenziale o riesci a sentirti a tuo agio standogli vicino?
Perfettamente a mio agio.
Lo stargli vicino ti sembra incutere normalmente più timore o più sicurezza?
Sicurezza.
In che occasione ti farebbe piacere trovartelo al tuo fianco?
Per qualche lungo, avventuroso viaggio, magari a cavallo.
Tex agisce in un mondo un po’ complicato; abbastanza “rude” nel quale spesso sono ignorati i principi base del vivere civile. Ti sembra animato da una “morale” superiore alla media nel contesto in cui agisce?
Non mi sembra complicato, mi sembra semplicemente morale.
E’ il contesto che è incivile.
Quanto credi sia difficile per lui cercare di mantenere una condotta “giusta” in un mondo decisamente violento e popolato da fin troppi “fuorilegge”?
Nessuna difficoltà. Lui è un giusto che sa di essere nel giusto. E’ per questo che lo ammiriamo, è qualcosa di più “alto”.
In decenni di avventure sembra incontrare delinquenti sempre più terribili e “cattivi”. Questi professionisti del delinquere pensi possano abbattere il suo ottimismo di fondo?
Naaaaaa… Tex non è ottimista, è realista.
Nelle sue avventure spesso si incontra e familiarizza con persone destinate poi a diventare suoi amici che, come lui, si stagliano nella società in cui vivono… è questa la vera “famiglia di Tex”?
Sa essere un amico sul quale si può contare. In linea di massima se ci si comporta bene ci si circonda di brava gente, almeno nei fumetti, sia chiaro.
Entrando in campo minato; come vedi il suo rapporto con l’altro sesso, a distanza di oltre venticinque anni dalla morte della sua moglie Lilith?
E’ un uomo che ha sofferto, ma che ha superato il lutto. Adesso pensa al suo lavoro, al suo ruolo di capo tribù e alla sua famiglia.
Ancora più in terreno minato: credi che Tex creda nella sola capacità delle persone di manovrare la propria vita (e sia quindi totalmente razionale, ateo) o pensi che anche lui creda in una presenza divina, magari tenendosene alla larga, ma “rispettandola”?
E’ un capo indiano, per cui non può essere proprio a digiuno di spiritualità. Mi piace pensarlo come un sincretista.
Tex ha un fratello “indiano” che è Tiger Jack; con lui ha diviso avventure e dolori. Un esempio ante litteram di tolleranza razziale in un contesto estremamente razzista?
Non la ritengo semplice tolleranza, mi sembra un po’ di più, ovvero uno splendido invito al meticciato. Insospettabilmente contemporaneo, oltretutto.
E’ questo anche un buon “esempio” per chi lo vuole bene e ne segue le gesta?
Se diamo ancora valore alle gesta di un eroe dei fumetti direi proprio di si!
Come vedi tu l’amicizia pluridecennale con Kit Carson? Fra scazzi, innumerevoli rischi e ferite e tantissime avventure a lieto fine i due, quando si muovono in coppia, sono quasi una persona sola…
E’ un’amicizia profonda, rispettosa che si regge su piccoli rituali e affettuosi battibecchi.
Nel Tex che conosco io la vedo come una cosa fisiologica.
Ci parleresti, tu che lo osservi spesso, del modo di fare di Tex? Parlo del suo modo di muoversi, del suo scarso gesticolare, del guardare di sottecchi…
Per come lo vedo io è appunto un uomo dai movimenti misurati, come un animale del deserto, lento ma implacabile e risoluto. Cerco di farlo muovere nella maniera più disinvolta e decisa possibile.
Quanto del padre Tex rivedi in Kit Willer, ormai giovanotto più che cresciuto? Fisicamente, negli atteggiamenti, che differenze vedi fra i due?
Kit è leggermente più dolce, nei lineamenti come nelle movenze.
Dal padre ha imparato come si sta al mondo, che non è cosa da poco.
Hai mai provato a calzare il cappello di Tex? Pensi che per lui sia solo uno strumento (per ripararsi, etc) o qualcosa in più (un feticcio, un mezzo per non farsi guardare negli occhi…)?
Certo che l’ho provato, però mi mancavano la fondina e gli stivali! Credo che per Tex un cappello sia un cappello.
Come vedi il suo rapporto con il cavallo, il suo “mezzo” principe di trasporto?
Come un uomo che conosce la natura e gli animali che ne fanno parte.
Tex è un combattente, come si suol dire, “nato”. È sempre il migliore nel battersi e nel difendersi. Come lo vedi usare la violenza e le armi?
In modo misurato, da uomo esperto e mai senza motivo.
Nota: nel corso della rassegna “Tradateannodue” sarà inaugurata una mostra dedicata a Massimiliano Leonardi (Leomacs): a partire dal 16 ottobre 2010 e fino al 21 novembre 2010 sarà possibile visionare le tavole dell’autore in esposizione.
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