Il titolo, in questo caso, dice già tutto del volume che si ha fra le mani, in maniera piuttosto chiara. L’autrice è Barbara Schiavulli, reporter che ha trascorso diversi periodi nei posti più caldi del Medio Oriente come inviata di guerra. Il numero dei suoi viaggi in Afghanistan, più di trenta, dice quasi già tutto sull’attenzione che ha rivolto negli ultimi anni a questo paese, nei fatti oggetto principale anche del presente volume Bulletproof Diaries (Storie di una reporter di guerra).
La Schiavulli è anche fondatrice di una web radio, Radio bullets, che raccoglie interventi audio su alcuni degli argomenti a lei cari e cura la gestione di un blog/sito nel quale fa convergere le informazioni sul suo lavoro.
La parte grafica è affidata al disegnatore romano Emilio Lecce, già in passato pubblicato dalla stessa casa editrice con il libro Giancarlo Siani (E lui che mi sorride) .
In prima persona la Schiavulli ci racconta le motivazioni e la passione per la ricerca, la scoperta di questi luoghi e dei loro problemi attuali e passati, gli eventi più importanti che hanno scandito i suoi viaggi, fra i quali ricorda quelli più significativi.
Condendo le tavole disegnate con altre quasi interamente scritte, il volume è quindi un sunto tanto delle vicende personali dell’autrice quanto di quelle di un paese e una regione al centro dell’attenzione negli ultimi decenni, così come una guida ad alcuni personaggi chiave, da Osama Bin Laden a Karzai, primo presidente del “nuovo” Afghanistan.
Scorrono scene di vita quotidiana di una giornalista, in Italia, intenta a vivere una vita di attesa, pronta a scattare laddove si presenti l’occasione, l’evento da andare a coprire.
Si incrocia una serata con amiche con le notizie febbrili che la televisione mandava a reti unificate quella tarda mattinata dell’11 settembre 2001, dopo l’attacco terroristico che sconvolse Stati Uniti e mondo intero. Così come la notizia dell’uccisione di Osama Bin Laden, o quella dell’inizio dei bombardamenti statunitensi.
È una chiave di lettura molto importante del libro il paragone fra l’ovattata attenzione che riusciamo a dare a quanto ci vien detto dalla televisione, ma che comunque ascoltiamo nelle nostre case intenti a svolgere le nostre normali attività, e la realtà afgana (in questo caso, oppure pakistana, nel caso dell’uccisione di Bin Laden da parte di un commando statunitense) fatta di diversa cultura ma anche di lustri di periodi di guerre e guerre civili tali da mettere in ginocchio sia il popolo sia le normali strutture sociali come noi le intendiamo.
Non mancano gli intermezzi più leggeri e gli scambi di battute, spesso necessari in situazioni di reale pericolo in zone nelle quali la vita di un reporter vale davvero poco, per alleggerire la tensione. Come in tutti i volumi della collana Bolina della Round Robin, ovviamente in calce c’è un corposo apparato redazionale che integra quanto già scritto dall’autrice in merito alla storia recente, ai disastri fatti dalle guerre e alla strada intrapresa (comunque lunga) per la normalizzazione della situazione in Medio Oriente.
Il libro ci offre, da questo punto di vista, una quantità di informazioni e riflessioni decisamente imponente, sia nella parte a fumetti sia in quella in calce; questo, in sostanza, è il suo vero merito: quello di continuare l’opera di informazione e sensibilizzazione ai problemi dell’Afghanistan così come iniziata e percorsa dalla Schiavulli sui quotidiani, sui periodici, nei suoi libri, in radio…
Quello che invece convince proprio poco, in sintesi, è la struttura e la realizzazione del fumetto; lungi da noi la volontà di sostenere che un buon fumetto possa essere realizzato solo da sceneggiatori di fumetto (e che uno scrittore non possa cimentarsi felicemente con questo altro tipo di scrittura) c’è però un approccio che si potrebbe definire narrativo alla scrittura a fumetti.
In molte pagine il testo è il focus della vignetta e il disegno è solo una immagine a corredo; inoltre, e ci dispiace dirlo, nei disegni di Lecce manca ancora un certo quid di qualità e sicurezza. Le tavole disegnate dall’autore vedono l’utilizzo di un tratto non continuo e sovrapposto, che non trasmette padronanza o piena gestione dell’anatomia e della inchiostratura. Quelle che invece fanno riferimento a fotografie di personaggi quali Kardai o Bin Laden hanno una diversa inchiostratura (netta, più spessa) che sottolinea, nel confronto, i limiti del tipo precedente.
Come fumetto, inteso come parole e immagini, la parte mediamente migliore – nonostante l’uso di un font e non del lettering a mano – è quella centrale: qui lo scritto, come fosse una pagina di diario, viene accompagnato da disegni appena abbozzati in una sorta di quaderno di viaggio, nella sostanza il vero senso e significato di questo libro.
Abbiamo parlato di:
Bulletproof Diaries (Storie di una reporter di guerra)
Barbara Schiavulli, Emilio Lecce
Round Robin, 2016
130 pagine, brossurato, bianco e nero – 15,00 €
ISBN: 9788898715596
Il volume sul sito dell’editore.
Il sito di Barbara Schiavulli.
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.