La collana Historica della Mondadori Comics negli ultimi anni ha saccheggiato con successo i migliori tomi del fumetto franco belga. Al numero #37, con l’albo Ribelli, esce dal binario mitteleuropeo per metter piede negli Stati Uniti d’America, sia per l’ambientazione della storia sia per la sua edizione originaria.
Se la prima miniserie Ribelli, scritta dall’americano Brian Woods, è infatti stata pubblicata dalla statunitense Dark Horse, è interessante sottolineare come la parte grafica sia affidata ad uno dei migliori talenti della penultima generazione di disegnatori italiani, Andrea Mutti, qui accreditato come co-creatore della serie.
Bresciano, della generazione che tanto ha dato e sta dando al fumetto italiano (gruppo Full Moon Project, Hammer), Andrea Mutti ha spaziato nel campo del fumetto professionistico dal fantascientifico (Sergio Bonelli Editore, Nathan Never) al realistico (Arrivederci amore ciao di Luca Crovi, tratto dal romanzo di Massimo Carlotto), dal supereroistico allo storico in costume.
Questa sua avventura statunitense non è la prima e non sarà di certo l’ultima, visto che vanta già collaborazioni nei fumetti di Star Wars, con i supereroi Marvel Comics, con la Vertigo – con la riduzione a fumetti The Girl Who Kicked the Hornets Nest del romanzo di Stieg Larsson . e con Batman. Da questa rapida carrellata è già evidente come il suo nome e il suo tratto sono conosciuti per la capacità di affrontare con uguale scioltezza generi diversi.
Quel che preme sottolineare, potendo vantarci della conoscenza del suo tratto dalle tavole di Hammer (numero 9, febbraio 1996, con ai testi Stefano Vietti e Giancarlo Olivares, giusto per far capire cosa intendiamo per “generazione che tanto sta dando al fumetto italiano“) è come, indipendentemente dal genere realizzato, l’autore sia stato in grado da sempre e con estrema coerenza e forza di attraversare il fumetto che gli era stato affidato rendendolo appieno una sua opera, una sua interpretazione.
Tornando con la memoria alle suggestioni del noir di Carlotto o le pagine dell’adattamento del libro di Larsson, è facile determinare quali sono stati nel tempo i punti di forza del suo disegno.
Ad una base di concreta qualità e realismo (anatomie e sfondi sempre perfettamente realizzati) Mutti ha sovrapposto una sintesi nel tratto che lo rende riconoscibilissimo qualsiasi cosa disegni. Più nel bianco e nero che negli albi a colori la sua linea morbida ma nervosa, essenziale ma non pulita, e la capacità di rendere con abilità i movimenti (soprattutto i più rapidi, con scelte di immagini molto riuscite) dei personaggi sono i tratti peculiari e vincenti di un autore nel pieno della sua maturità artistica.
Le sue tavole, in questo caso, sono pensate per un formato comic book statunitense e vengono allargate per riempire il formato francese con il quale la collana Historica si presenta in Italia. Pur non sembrando sempre centrate alla perfezione a causa dell’ingrandimento, le pagine diventano più ariose, i disegni chiari e leggibili, gli occhi (spesso solo un puntino) più facilmente apprezzabili. Inoltre, rispetto ai volumi precedenti, la costruzione della tavola segue gli standard statunitensi (dettati anche dal formato) e non è ingolfata dalla presenza di 8/10 vignette per tavola, consentendo una lettura più veloce ma comunque molto soddisfacente.
Parlando dello scrittore, lo statunitense Brian Wood ha un curriculum singolare, che spazia dall’indipendente alla Vertigo all’ultra popolare e mainstream come Star Wars.
Le vicende narrate in questa prima miniserie, ambientata ai tempi della guerra d’indipendenza delle colonie statunitensi che si ribellarono alla gran Bretagna, non rappresentano la prima guerra civile di ribellione raccontata da Wood; uno dei suoi successi più importanti, infatti, è la serie della Vertigo DMZ che della battaglia in un futuro non meglio definito fra il governo statunitense ed una forza di autonomia che vuole staccarvisi. Disegnata dall’italiano Riccardo Burchielli (all’epoca alla prima esperienza oltreoceano e finito nel taccuino dell’autore dopo aver consegnato un book ad un editor della DC al Comicon di Napoli nel 2003), la serie ha avuto un suo sviluppo regolare (72 numeri) con tanto di chiusura programmata dall’autore a compimento del percorso narrativo.
In Rebels ovviamente il contesto è storico e le vicende del protagonista si intrecciano con quelle realmente accadute negli anni a cavallo del 1780.
La chiave di lettura della miniserie non è solo ed esclusivamente storica/politica, anzi.
Sorprende infatti che un autore statunitense, alle prese con una vicenda così importante per la storia del suo paese, decida di utilizzare la guerra di indipendenza come uno scenario e non molto di più: il protagonista della vicenda, Seth Abbott, ruba la scena con la sua presenza (e anche con la sua assenza, soprattutto in ambito familiare) e con i suoi pensieri alla ricostruzione degli eventi.
L’autore ci descrive il protagonista come un ragazzo nato in un contesto molto rigido, con un padre per nulla affettuoso e sicuramente penalizzato da questa infanzia nel modo di porgersi alla gente. Uomo di cuore e di azione e di pochissime parole, Seth Abbott è così presente a se stesso ed alle necessità della milizia quanto assente nei confronti della moglie e del figlio.
Non è un personaggio cattivo né anaffettivo ma è banalmente un uomo che ha una lista di priorità ben definite; a cavallo di sei albi nei quali gli scontri all’arma bianca sono presenti in maniera inferiore e meno pesante rispetto ai momenti di passaggio, di sconforto, di fatica e di freddo, Seth spiega come nonostante tutto sia felice di aver contribuito a portare avanti la battaglia per la liberazione della terra, la terra dove aveva camminato suo padre e dove camminerà (da “indipendente” dalla Gran Bretagna) suo figlio, “La nostra terra“, come da ultime parole del volume.
In poche parole, Ribelli si presenta come un excursus interessante per crudezza, ritmo di narrazione e precisione nella costruzione narrativa.
Abbiamo parlato di:
Historica #37 – Ribelli – La Nascita degli Stati Uniti d’America
Brian Wood, Andrea Mutti
Traduzione di Traduttore 1
Mondadori, novembre 2015
144 pagine, cartonato, colori – 12,99 €
ISBN: 9788869262500
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