La collaborazione professionale fra Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso è diventata, negli anni, sempre più stretta e ci sta offrendo i più diversi prodotti editoriali.
Pubblicato sotto l’etichetta Prospero’s Books della Tunué, il loro ultimo lavoro è un lungo racconto, dal titolo The Passenger, realizzato su soggetto del regista e scrittore cinematografico Carlo Carlei, fresco del recente successo della serie Tv I bastardi di Pizzofalcone, nel quale ha trasposto su schermo i romanzi di Maurizio de Giovanni.
Carlei affida un’idea, apparentemente in linea con la sua poetica cinematografica, alla penna di giornalista professionista e scrittore – anche di narrativa – nonché editor della Panini Comics.
Non è la prima volta che, nel suo percorso lavorativo, l’autore incrocia la penna con storie di mafia e Sicilia: a parte i fumetti su Peppino Impastato e Mauro Rostagno, val la pena ricordare il volume Supermarket mafia nel quale viene messo in primo piano il rapporto fra criminalità organizzata e mercato alimentare.
Con Lelio Bonaccorso, attivo da una decina di anni nel mercato fumettistico italiano con qualche puntata anche in quello statunitense, Rizzo ha pubblicato nel 2012 L’invasione degli scarafaggi: la mafia spiegata ai bambini (poi seguito dall’analogo volume L’immigrazione spiegata ai bambini. Il viaggio di Amal), una storia illustrata nella quale l’argomento viene trattato in maniera originale cercando di tradurlo e raccontarlo ai più piccoli.
The Passenger si svolge tutto in una notte e il passeggero del titolo è un americano arrivato in aereo a Palermo con la moglie in dolce attesa per una luna di miele a precedere la nascita del loro bambino. La sua strada si incrocia con le vicende tragiche degli ultimi fuochi di un boss siciliano, Masino Caligiuri, ormai in caduta libera e oggetto delle attenzioni dei suoi (ex) colleghi mafiosi e non solo.
Il folle giro notturno nel quale James Sutton scorta zu Masino in un complicato e cruento tour de force si conclude con il ritrovamento di un bene prezioso importante soprattutto per chi, nei palazzi del potere, in passato aveva appoggiato la mafia e boicottato magistrati particolarmente zelanti nella lotta alla piovra.
A causa del rapimento della moglie, infatti, l’americano diventa spalla inedita del boss anche fisicamente agli sgoccioli della sua avventura, in una vera e propria discesa agli inferi fra inseguimenti, catacombe e sgozzamenti.
Destinato a diventare un film, in sostanza The Passenger è un racconto di mafia in cui un soggetto hollywoodiano viene sceneggiato con cura tutta siciliana. Non mancano alcuni riferimenti abbastanza palesi a una commistione fra politica e mafia così come a fatti (molti anche solo accennati) realmente accaduti e a un’agenda (quella con copertina rossa) di Paolo Borsellino, mai ritrovata dopo l’attentato, da anni al centro di ipotesi visto il presumibile, scottante, contenuto (si parla di appunti dello stesso Borsellino su importanti connivenze).
Il soggetto di Carlei mostra un’attenzione e una concordanza con le narrazioni tipiche dei blockbuster statunitensi; la struttura da film concepisce come fondamentale il lieto fine così come alcuni plot twist sul finale. Non si tratta di un giudizio che intacca la qualità della storia o del suo racconto ma che fa riferimento al genere della stessa: seppur raccontato con crudezza e verosimiglianza, il soggetto abbraccia un concetto di vittoria finale del bene sul male che purtroppo ancora difficilmente può essere associato a un racconto di mafia in Italia.
A far da contraltare con l’esito della vicenda c’è la narrazione della stessa, che si avvale dei due autori siciliani che approfittano della loro conoscenza diretta che si traduce in dialoghi e atteggiamenti molto centrati, nonché dell’ambientazione quasi perfetta in luoghi quali il pescivendolo o le catacombe all’interno della chiesa con tanto di ossario in bella vista.
La matita di Bonaccorso è supportata dalla colorazione del trio composto Deborah Allo, Claudio Natali e Chiara Arena (con l’aiuto di Carmelo Monaco); un team corposo che ha reso con omogeneità i toni scelti per il volume. Il buon risultato di stampa e la calibrata scelta dei toni (ovviamente sempre scuri visto che la storia è ambientata di notte) rendono molto efficace il lavoro dei coloristi, che ci consegnano un lavoro non alla ricerca dell’effetto speciale ma di supporto al disegno, con poche velature e un numero limitato di colori utilizzati.
Il cartonato con fogli lucidi rende la veste grafica del volume piuttosto raffinata e permette un’ottima resa della colorazione, perlopiù destinata a mostrarci interni, scenari notturni con luci artificiali e sostanzialmente mai allontanandosi da una palette di colori fra il beige, il marrone e viola scuro.
Il disegno è omogeneo e molto efficace per tutte le tavole, con un crescendo di pathos e azione verso la fine, quando la folle corsa notturna giunge alla sua conclusione, laddove la sceneggiatura, invece, deve districarsi non solo in un salto di lingua (fra italiano, dialetto e inglese) ma anche nella cucitura dei molti piccoli indizi raccontati strada facendo portandoci al colpo di scena finale cercando di non telefonarlo troppo.
Il segno di Bonaccorso si avvicina maggiormente al realismo, rispetto alle sue prove precedenti, anche grazie alle ambientazioni facilmente riconoscibili senza però evitare di cedere al lato oscuro dell’approccio meno ingessato con inquadrature più spettacolari, con vignette di grandi dimensioni di buon effetto dinamico o inquadrature più ardite.
Abbiamo parlato di:
The Passenger
Carlo Carlei, Marco Rizzo, Lelio Bonaccorso, Deborah Allo, Claudio Natali, Chiara Arena, Carmelo Monaco
Tunué, 2016
176 pagine, cartonato, colori – 19,90 €
ISBN: 9788867902118
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