Quando nasce Superman: l’avventura politica di Franklin Delano Roosevelt

Franklin Delano Roosevelt (1882-1945) è stato il trentaduesimo presidente degli Stati Uniti d’America, probabilmente quello che più di ogni altro ha dovuto affrontare problemi e sfide. Tutto ciò gli fece guadagnare sul campo il rispetto, l’ammirazione e il sostegno incondizionato degli americani. FDRFu chiamato a guidare il suo paese nel 1933, presidente democratico, dopo i tre repubblicani che avevano traghettato gli States dalla Prima Guerra Mondiale alla Grande Depressione. La politica precedente, caratterizzata da un liberismo sfrenato, protezionismo esasperato e dal proibizionismo (divieto di fabbricare e vendere alcolici), aveva prodotto in buona parte come risultato (non in uno strettissimo rapporto causa/effetto ma quasi) la saturazione del mercato, l’incremento del cosiddetto gangsterismo e la crisi del mondo agricolo, stroncato dalla sovrabbondanza dei prodotti e dal crollo dei prezzi. L’aumento vorticoso della produzione, infatti, non aveva dato vita a un analogo incremento degli stipendi dei ceti più bassi, che così non riuscivano a essere mercato adeguato per tale iperproduzione. Questo, e molto altro, portò gli Usa, a seguito del Wall Street Crash del 1929, ad avere circa 15 milioni di disoccupati su una popolazione di poco più di 110 milioni di abitanti (dal 3 al 23% della forza lavoro in quattro anni); in buona sintesi, il momento peggiore per i giovani Stati Uniti d’America.
Inoltre, dal 1860 al 1914 ben 21 milioni di immigrati avevano raggiunto gli States in cerca di fortuna ed erano incappati nella peggiore situazione economica mai vista in USA.

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Roosevelt ritratto come un bambino a Natale. Le sigle sulle calze sono i provvedimenti presi sotto la sua presidenza (Clifford K. Berryman, The Washington Post, 1933).

Il 2 luglio del 1932, Roosevelt promise alla nazione un “new deal” (nuovo patto) in un discorso che spiegava come si sarebbe fatto carico di questa situazione applicando una serie di interventi davvero impressionanti, dei quali citiamo solo alcuni: svalutazione del denaro, riforma agraria, realizzazione di opere pubbliche, introduzione di un sistema assicurativo per i meno abbienti, abolizione del proibizionismo, tutela degli interessi dei lavoratori, tutela delle libertà dell’individuo. A margine di tutto questo, ma neanche tanto, gli Stati Uniti trovarono uno sbocco industriale anche nella produzione bellica, a ridosso dell’ingresso nella Seconda Guerra Mondiale. Un piccolo esempio che può servire da contraltare è il dato che, quasi contemporaneamente alla Grande Depressione (da metà degli anni Venti a metà degli anni Trenta) e al successivo New Deal, in Europa venivano gettate le basi per l’instaurazione delle dittature che tanto avrebbero inciso sui destini futuri dei singoli paesi e del mondo con l’incombente Seconda Guerra Mondiale. Date importanti, per quanto sopra detto, sono il 1922 (in Italia i fascisti marciano su Roma; Benito Mussolini diventa Presidente del Consiglio), il 1923 (in Spagna Miguel Primo de Rivera guida il colpo di Stato), il 1926 (in Portogallo António de Oliveira Salazar inaugura l’Estado Novo, regime di stampo fascista), il 1929 (in Jugoslavia il re Alessandro I attua una svolta autoritaria e centralista), il 1933 (in Germania Adolf Hitler diventa Cancelliere), il 1936 (di nuovo in Spagna, con la Guerra civile di tre anni, e in Grecia, col regime fascista di Ioannis Metaxas).

Tutto questo serve per capire il periodo in cui il personaggio Superman si presentò al pubblico statunitense. Se oggi, infatti, l’Uomo di Acciaio ha una platea internazionale (le sue storie sono tradotte ovunque nel Mondo e comunque è possibile acquistare gli albi prodotti in Usa da qualsiasi parte del mondo) bisogna pensare che il successo che gli permise di andare avanti fu tale solo a livello nazionale, e fu registrato fra gli anni 1939 e 1940. Il pubblico che leggeva le strisce sui quotidiani e gli albi mensili era costituito da americani medi appena usciti da un decennio (1920-1930) di sofferenze economiche mai viste prima e da un altro decennio (1930-1940) di sforzi comuni premiati con una resurrezione quasi miracolosa, tanto che il tasso di disoccupazione, dal 19% del 1938, sarebbe sceso all’1,2% nel 1944.

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Roosevelt incontra Superman e la Justice Society in JLA #208 (Gerry Conway, Don Heck, 1982).

L’onda di entusiasmo e la forza data dai risultati ottenuti portarono i lettori a premiare un albo e un personaggio il cui successo (con il senno di poi) è spesso stato letto in chiave propagandistica a favore degli ideali e delle battaglie sostenute dagli Usa e dal loro presidente del tempo. Ci piace, senza pensare di sembrare neanche lontanamente blasfemi, indicare in Roosevelt, a capo degli Stati Uniti dal 1933 (e vedremo più avanti come quest’anno, come poi il 1934 e il 1938, sia l’anno di una delle tre genesi di Superman), uno dei padri di Superman e ci piace altresì vedere nelle strisce di questo massiccio eroe in calzamaglia una realizzazione artistica dello spirito di rinascita e vigoria che pervade i famosi “discorsi davanti al caminetto” di Roosevelt alla sua nazione.

Forte dell’efficacia delle sue riforme, Roosevelt fu rieletto Presidente per ben tre volte, diventando un caso unico e irripetibile, visto che fu promulgato dopo la sua quarta presidenza un emendamento che attualmente impedisce l’elezione per più di due mandati.

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