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Vi sono ricorrenze che non possono passare inosservate. Vi sono, inoltre, personaggi di fantasia che sono parte integrante della cultura italiana dal dopoguerra. Nell’anno appena trascorso, si sono ricordati i 70 anni di Tex Willer, personaggio a fumetti della Sergio Bonelli Editore; hanno messo in evidenza la presenza costante, negli ultimi decenni, di un personaggio a fumetti simbolo di un modo di fare cultura tipicamente italiano.
Nato nel 1948 grazie alla verve narrativa di Giovanni Luigi Bonelli (uno «scrittore prestato al fumetto e mai più restituito») e al pennello di Aurelio Galleppini, come nelle migliori tradizioni il personaggio non è quello di punta dell’allora casa editrice, la Edizioni Audace, eppure riesce a entrare nelle grazie dei lettori che gli tributano dopo poco un buon successo in edicola. Da quel momento, da quella partenza, la storia di Tex ha camminato di pari passo con quella dell’Italia.
Dal 2 ottobre 2018 al 27 gennaio 2019 al Museo Permanente di Milano è stata allestita una grande mostra che ripercorre i 70 anni di vita editoriale di Tex Willer. È spettacolare il catalogo che raccoglie quanto possibile vedere nella mostra: viene sapientemente messo in parallelo quanto accaduto nel nostro paese con i cambiamenti delle pubblicazioni relative al Ranger del Texas.
Il personaggio di Bonelli è sicuramente il fumetto più conosciuto in Italia e di maggior successo continuativo; ormai tramandato da generazione in generazione, era l’omaggio ad un certo tipo di racconti di avventura, ambientato nel Far West, in un momento in cui questo scenario era visto in Italia come estremamente affascinante e lontano.
Nonostante tanti anni siano passati, non sono cambiate l’ambientazione, le caratteristiche del personaggio, il suo essere un “giusto” a tutto tondo, il fatto che le sue storie siano scritte e disegnate dall’elite del mondo fumettistico italiano, con le motivazioni che lo rendono un personaggio di grande successo.
I festeggiamenti per il tondo compleanno di Tex, però, non si sono limitati alla Mostra e al catalogo. Nel corso di sette decenni di pubblicazioni, alla serie regolare mensile che ha accompagnato la crescita di milioni di italiani, si sono affiancate alcune altre iniziative che hanno lentamente aumentato l’offerta di storie inedite.
Discorso a parte le collane di ristampe che da sempre hanno avuto un grande successo, che divenne impressionante nel caso della pubblicazione integrale di tutta la testata in versione a colori, allegata a settimanali pubblicati dal gruppo L’Espresso – La Repubblica.
Poi hanno visto la luce: una collana annuale di storie stampate in gran formato (i cosiddetti Texoni), alla quale sono stati chiamati disegnatori spesso lontani dalla casa editrice o dal personaggio per una loro singolare interpretazione una tantum del personaggio di punta della casa meneghina; una serie a colori che inizia a sfruttare a pieno le possibilità del fumetto (essendo Tex ancorato da sempre al bianco e nero originario); una serie non solo a colori ma di formato alla francese con storie più brevi che lasciano definitivamente alle spalle la tipica costruzione della tavola originaria, su tre strisce sovrapposte, destinata soprattutto al circuito librario. Oltre all’Almanacco annuale che raccoglie anche interessanti supporti redazionali e il Maxi Tex che consegna storie dalla lunghezza superiore al normale in un’unica soluzione.
Dal novembre 2018, settantennale, è giunta dopo tanto tempo in edicola anche una seconda serie mensile di storie inedite, dal titolo Tex Willer e dalle caratteristiche lievemente dissimili da quella giunta alle soglie del numero 700 (che uscirà a febbraio 2019).
Preceduta da un numero “zero” con anticipazioni dei primi numeri a venire allegato gratuitamente a un numero della serie regolare, ha lo stesso curatore, Mauro Boselli, da anni deus ex machina del personaggio.
Le differenze, non così imponenti da disorientare i lettori del granitico personaggio (spesso altrettanto granitici in tema di ortodossia delle storie e di approccio narrativo o grafico alle stesse), risiedono nella foliazione ridotta, nel taglio del racconto e nel periodo della vita di Tex: invece di essere ambientate durante la maturità (attualmente Tex ha meno di cinquanta anni e un figlio di circa venticinque anni) sono ambientate durante gli anni della sua giovinezza.
I primi disegnatori che si alterneranno su questa testata sono: Roberto De Angelis, alle cui tavole è toccato l’onere e l’onore di disegnare il primo numero, uscito a metà novembre (e anche i numeri dal 2 al 4), poi seguito da Bruno Brindisi, disegnatore all’opera sui numeri 5, 6, 7 e 8. A loro seguiranno Sergio Giardo, Fabio Valdambrini, Alessandro Piccinelli ed altri ancora.
I lettori avranno modo di leggere storie che ricuciranno episodi del passato del giovane Tex; da diversi anni Mauro Boselli aveva iniziato a lavorare su un doppio binario narrativo. Se da un lato riusciva ad intessere (insieme agli altri scrittori) nuove trame per il “Tex contemporaneo”, dall’altro raccontava, in parallelo, vicende precedenti di decenni che andavano ad incastrarsi nella narrazione del momento.
A questo punto, nel regalare al personaggio un’altra testata, è sembrato logico utilizzarla per colmare vuoti narrativi e comunque staccarsi dal racconto usuale mostrando un personaggio sì uguale, ma con decenni di esperienza in meno, più snello, meno infallibile, più guascone.
È allo stesso tempo interessante e preoccupante come in questo momento in Italia si festeggi l’uscita di una nuova testata che però è dedicata ad un personaggio in edicola già da settanta anni; nell’anno dei festeggiamenti dei 90 anni di Topolino, però, forse non è il caso di preoccuparsi dell’anzianità dei character, quanto piuttosto la capacità che hanno avuto di raccontare storie ormai entrate nella cultura del nostro e del secolo precedente.
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