Siamo ospiti, questa volta, dello Studio GG Design, vera e propria “Factory” che si presenterà al mondo fumettistico italiano e straniero durante Comicon, la ormai prossima convention che si terrà a Napoli dal 3 al 5 Marzo (www.comicon.it).
In un ambiente caldo che vuole strizzare l’occhio ad un loft newyorkese (anche nelle dichiarate intenzioni dei ragazzi che lo animano) cerchiamo di avere qualche notizia in più che possa stuzzicare l’attenzione verso un progetto che è sicuramente ben delineato e descritto già nel preciso e dettagliato sito online www.ggstudiodesign.com.
Lo Studio è composto da sei collaboratori.
Giuliano Monni (motore e coordinatore dell’operazione), Marco Castiello e Vincenzo Cucca sono i disegnatori (o, come spiegheremo poi, matitisti); Barbara Ciardo si occupa della colorazione di tutte le serie in realizzazione; Dario Castiello e Feliciano Falco sono gli sceneggiatori; last but not the least la collaboratrice ed aiuto colorista Roberta Prato.
Parliamo con Giuliano, ma, presenti anche gli altri ragazzi e ragazze, ci rendiamo conto di parlare in realtà con tutti contemporaneamente; la “comunione” di intenti è davvero esistente e il perseguire un obbiettivo comune rende questo Studio un gruppo compatto di giovani ed agguerriti autori ed artisti tutti sicuramente sulla stessa lunghezza d’onda.
Due parole per iniziare sul nome dello studio.
Beh, paradossalmente il nome GG Studio è figlio non delle iniziali di Graphic Guru ma viceversa; il logo delle due G contrapposte a formare un disegno al centro è nato quasi per caso ma mi è piaciuto subito, solo successivamente abbiamo sentito la necessità di dare un significato alle due G. Paradossale ma è accaduto proprio così.
GG Studio è una Factory che si occupa e preoccupa non solo del fatto che i suoi collaboratori lavorino su commissione (per altri editori) ma anche e soprattutto si occupa di produrre qualcosa di edito dallo studio stesso, nelle vesti di Editore. Come si è arrivati a questa decisione?
Lo Studio essenzialmente, come dicevi prima, è organizzato come una Factory; ci sono delle persone che lavorano che sono liberissime di lavorare come disegnatori indipendenti per altri editori. Il lavorare nello stesso studio pero’ fa sì che la collaborazione generi prodotti migliori; il confronto normalmente permette di raggiungere mete più alte. Parallelamente a queste attività singole (o accoppiate: matitista e colorista) ci siamo proposti di creare un prodotto GG Studio che sia l’unione delle professionalità che lavorano nello studio. Non è uno studio che è mero locale dove ognuno lavora per proprio conto ma anche un progetto di realizzazione di albi che permettano, in un futuro prossimo, allo studio di automantenersi. La produzione dello studio non sarà una superproduzione, ma servirà da valvola di sfogo e presentazione delle varie professionalità che con noi collaborano. I singoli professionisti che collaborano con lo Studio avranno la chance di presentarsi agli editori con un qualcosa di concreto da offrire come segno tangibile della propria professionalità e non più solo la solita cartellina sotto il braccio.
Ci proponiamo di irrompere in maniera piuttosto evidente sul mercato presentando una pubblicazione bimestrale. Strizzando un occhio agli inizi della Image, ci proponiamo di proporre serie nuove, autori nuovi e contemporaneamente proporci ad altri editori. Un impegno non gravoso in termini di frequenza ma importante come promozione. Il numero “zero” della nostra Factory sarà distribuito, a colori, in maniera gratuita in 5.000 copie. La Factory dovrà diventare una casa editrice che, con i suoi ritmi, potrà e dovrà proporre cose nuove.
In queste produzioni di serie nuove ci sarà un indirizzo “editoriale”?
Diciamo che abbiamo le idee abbastanza chiare su quello che si potrà fare o meno. Non c’é la chiara intenzione di copiare altre produzioni, ma, ovviamente e banalmente, saremo comunque debitori verso tutto quello che abbiamo letto, visto ascoltato e che ci è piaciuto.
Ti faccio un esempio; Marco Castiello, quando si propone ad un editore (quale la DC, per esempio) ovviamente si preoccupa di inviare prove che si attengano alla produzione dell’editore stesso. Per realizzare P’n’P, pero’, gli abbiamo chiesto di provare a realizzare qualcosa di diverso, di non eccessivamente visto in giro.
Con che spirito avete affrontato la creazione dello studio in un contesto come può essere quello in cui viviamo (Napoli – ndr), non propriamente centro di cultura fumettistica?
Beh, noi siamo dell’idea che il nostro Studio sia fisicamente a Napoli ma che in realtà, aprendo la porta per uscirne dopo una giornata di lavoro, potremmo trovarci per le strade di San Diego. Ovvero, uscendo dalla metafora, non ci sentiamo né ghettizzati né handicappati. I nostri obiettivi sono stati messi abbastanza in alto e cerchiamo di fare del nostro meglio per raggiungerli, nonostante tutti i problemi contingenti che abbiamo dovuto affrontare e che dovremo affrontare. Trovo, tra l’altro, che Napoli sia in effetti piena di autori, ottimi autori di fumetti. Quello che ci penalizza è l’incapacità di fare “gruppo” o addirittura il chiudersi nelle proprie case senza cercare di confrontarsi con i colleghi. Lo spirito dello “studio”, da questo punto di vista, è proprio orientato all’opposto; non è obbligatorio collaborare e confrontarsi, ma è utile e serve a crescere, e quindi lo riteniamo fondamentale. Da alcune amicizie e conoscenze che ho in centro Europa ho preso lo spunto per capire che lo Studio, al momento, come mentalità cooperativa, funziona. Il disegnatore non è un isolato professionista che si chiude in casa senza avere contatti con il resto del mondo e, soprattutto, senza avere contatti con colleghi che possono dargli la possibilità di confrontarsi e migliorare. Per me il momento di espansione delle proprie conoscenze è un momento che avviene in gruppo. E, nel gruppo, trovo fondamentale l’esatta distinzione dei ruoli professionali; la specializzazione, da questo punto di vista, permette un ulteriore miglioramento.
Poi, si sa, un disegnatore di fumetti deve avere una cultura generale eccezionale perché nel realizzare un fumetto deve saper disegnare, avere conoscenze di architettura, design, meccanica, anatomia. Inoltre deve rappresentare immagini che facciano passare “emozioni”. Il background di un disegnatore e di uno scrittore di fumetti non può prescindere dal confronto con altre opere a fumetti così come con libri, film, etc. Se non c’é confronto non c’é crescita. Lo studio è nato (prima ancora di esistere logisticamente) da una sensazione, che ho sempre provato, di disagio a lavorare da solo.
Presenterete voi stessi, il GG Studio ed un albo promozionale a Comicon, esatto?
Sì, troviamo la convention napoletana una vetrina eccezionale. Abbiamo scoperto negli organizzatori e nella fiera stessa una grande carica di umanità e partecipazione. Gli organizzatori sono davvero appassionati. Agli amici che ci verranno a trovare allo stand regaleremo la nostra prima produzione editoriale. Agli editori ed ai nuovi amici professionisti che incontreremo regaleremo, invece, una brochure con un cd che spiega chi siamo e cosa vogliamo realizzare. Noi cercheremo di realizzare un buon prodotto commerciale, senza atteggiamenti da “artisti maledetti”, realizzato per un bacino di utenza realistico. Un altro obiettivo dello studio è la produzione di “action figures” dei personaggi che abbiamo inventato e che diventeranno protagonisti delle nostre serie. Stiamo ultimando gli ultimi dettagli della produzione ma siamo in dirittura di arrivo; il prototipo, nonostante varie difficoltà, dovrebbe essere già pronto per Comicon. È una diversificazione della produzione dello studio molto interessante che fa parte degli sviluppi futuri già previsti.
Ci parli un po’ di questa prima produzione editoriale?
“GG Studio Season 2006” è il numero zero di presentazione delle serie e del progetto editoriale. Si tratta di un “trailer” che mostrerà le tre serie “regolari” che usciranno con cadenza bimestrale alternata. La carta sarà di 90 grammi e il tutto sarà, ovviamente, a colori. Il formato è quanto di più simile al comic book statunitense siamo riusciti a realizzare (ovvero, per i tecnici, sarà 17×24 ma con tavole formato Usa invece della pagina 17×26 tipica del formato statunitense). Per me il fumetto non deve essere “feticcio”; chi lo compra lo legge, si diverte, ma se vuole deve poterlo piegare e metterlo in tasca senza problemi ed allora il formato giusto è quello dei comic book americani. Le tre serie saranno poi pubblicati con cadenza bimestrale a partire da aprile-maggio (le serie si alterneranno fra di loro, quindi avremo per ognuna due uscite annuali). Ci è piaciuto diversificare i tre albi in maniera da creare tre linee editoriali completamente diverse; senza cercare di strizzare l’occhio particolarmente a questo tipo di fumetto o ad un altro, semplicemente utilizzando parte delle tante idee che nascono nello studio le più varie fra di loro. Normalmente sarà di 22 pagine ma se ci sarà necessità di pubblicare storie più corpose non escludiamo di aumentare il numero di pagine.
separatorearticoloDelle tre serie parleremo più avanti con tre mini schede; aggiungiamo due parole sulla colorazione, vuoi?
(Parla direttamente la colorista, Barbara Ciardo) In primis voglio sottolineare che le serie sono tre, i matitisti sono tre e la colorista è unica! A parte gli scherzi ed i problemi, ovvi, di tempistica, quello che è più difficile per me è cercare di interpretare la colorazione di tre serie diverse facendo in modo che si respirino tre atmosfere distinte e che ognuna abbia i suoi caratteri peculiari (di tono, di tipo di colorazione). Ti faccio notare qualcosa in particolare per ogni realizzazione; Giuliano (nel fumetto Penthesilea) realizza delle matite, senza chine, anche talvolta abbastanza non delineate (un po’ sporche) e la colorazione avviene direttamente dalle matite. Questo comporta (per me) un lavoro molto più impegnativo rispetto a colorare le chine, perché mi impegna a “cercare” le linee a matita che sono meno nette di quelle a china. In questo caso l’idea del progetto è quella di ricercare il “gusto” della colorazione statunitense dei fumetti supereroistici dell’ultimissima generazione. Il risultato, lo vedi dalle tavole online già sul nostro sito, pero’, è molto realistico e ne siamo orgogliosi. Siamo orgogliosi anche di essere stati fra i primissimi a pubblicare qualcosa del genere in Italia (anche se non i primissimi). Marco Castiello (P’n’P) invece realizza delle matite che sono di per sé delle chine, un tratto “line art” molto pulito, praticamente una china con un tono più leggero. Nella sua serie, invece, ho cercato di diversificare i toni; non siamo più sul realistico ma quasi sulla colorazione del disegno animato, molto caldo e più piatto. Nella terza serie (Route Des Maisons Rouges) invece dovevo rendere un’ambientazione più caotica, colorata, eccessivamente colorata a volte. E vedrai che la colorazione ricalca molto di più stili disneyani (o “alla francese”, possiamo dire). Ho cercato, per ogni “genere” diverso, ispirazione dai migliori in giro, ho guardato e alla fine ho trovato una mia sintesi personale che, per fortuna, è diversa per ogni serie, ma il colorista è sempre lo stesso. Penso sia molto più professionale, per me come colorista, riuscire a dare diverse connotazioni e diversi caratteri ad ogni serie cercando di non imporre solo il mio stile di colorazione.
Di seguito trovate le schede dei tre progetti editoriali con un breve riassunto dell’idea di base e qualche commento a ruota libera degli autori.
PENTHESILEA
Il progetto
Thriller fantascientifico ambientato in un prossimo futuro circa tra 30 anni che vede un mondo sconvolto da un attacco batteriologico ad opera di un gruppo sovversivo che diffondendo il virus Penthesilea (che da il nome alla storia e che è a sua volta il nome della mitologica regina delle Amazzoni), ha causato l’estinzione del genere maschile. Questo ha causato una riorganizzazione sociale molto rigida si può dire militarizzata di sole donne. anche se a prima vista la cosa potrebbe sembrare banale la storia prevede future e ampie analisi dei risvolti psicologici delle protagoniste alternate da azione pura. Le protagoniste della storia sono 4 ragazze che operano contro coloro che vogliono ristabilire l’ ordine naturale delle cose ma sono fortemente condizionate da una grossa multinazionale che ha forti interessi economici nel business della clonazione (infatti la continuazione della specie della razza umana attualmente è affidata a questa tecnologia). In opposizione a questa multinazionale ci sono le nazioni unite con un loro esercito che opera in difesa della ricerca volta alla sintetizzazione dell’ antivirus che permetterebbe il ritorno dell’ uomo (l’operazione è denominata progetto Achille). Questa più o meno la macrotrama ma nei dettagli ci sono molti intrecci che caratterizzano l’interesse della multinazionale della clonazione e le nazioni unite nonché risvolti nella struttura caratteriale dei personaggi principali.
Gli autori
Giuliano Monni, storia e disegni; Dario Castiello e Feliciano Falco, sceneggiatura; Barbara Ciardo, colori.
Il commento fuori dai denti degli autori
“Penthesilea è il fumetto di “entertainment”, visivo per eccellenza. In esso l’immagine sarà importantissima. È un fumetto di sole donne, forse il sogno di ogni disegnatore di fumetti (maschio – ndr). La particolare predisposizione del disegnatore a disegnare figure femminili fa sì che questo sogno diventi realtà. Pero’, e questo si capirà solo leggendo la storia, l’ambientazione fantastica o supereroistica non supera in importanza un certo gusto per la soap opera e l’introspezione psicologica. Il preview che si vedrà nel numero zero non darà la possibilità di entrare a fondo nella psicologia dei personaggi ma esalterà solo gli aspetti spettacolari delle ambientazioni, il resto lo si scoprirà solo in seguito. Senza esagerare con i paragoni posso dire che ci ritroverai, graficamente, magari qualcosa di Turner, di Shiro, di Campbell; tutti autori che mi hanno divertito e mi sono piaciuti molto.”
P’N’P
Il progetto
Thriller-noir ambientato nella Little Italy degli anni ’60-’70. “P” & “P” sono le inziali dei due fratellastri Price e Perry che operano per conto di un’agenzia coperta da una doppia attività di un ristorante. I due sono stati allevati da zio Gino un tipico immigrato che si è fatto strada nella mala newyorkese grazie alla professionalità e la pulizia con cui eseguiva le commissioni comandate dal boss Tommy Paradise. la vicenda quindi si svolge intorno a questo ristorante e alle gesta dei due fratellastri che evocano situazioni alla “Tarantino” corroborate da un retrogusto di ironia e equivoco.
Gli autori
Marco Castiello, storia e disegni; Dario Castiello e Feliciano Falco, storia e sceneggiatura; Barbara Ciardo, colori.
Il commento fuori dai denti degli autori
“é un fumetto realistico/thriller che non disdegna di esasperare le atmosfere fino al paradossale, entrando in varie situazioni nel comico più “sbracato”. Abbiamo scelto di ambientare il fumetto nella NY degli anni settanta cercando di stereotipare al massimo determinate situazioni (la mafia italoamericana) che quindi si leggono anche e soprattutto sotto una chiave ironica. L’ispirazione (Tarantino, il cinema “di genere”, i telefilm polizieschi degli anni settanta/ottanta) è stata comune e ci ha spinto nel cercare una via se possibile quanto più originale alla lettura di queste vicende.”
ROUTE DES MAISONS ROUGES
Il progetto
Commedia erotico-satirica ambientata in quella che sembra essere una Parigi di inizio ‘900 e più specificamente in una contea dove l’ economia gira intorno ad un quartiere a luci rosse, la Route Des Maisons Rouges, per l’ appunto. Il quartiere è in mano a sei clan che da sempre si contendono la clientela la qual cosa nel tempo ha generato un equilibro di compromesso e corruzione con la giunta comunale sindaco compreso. L’elemento di rottura all’inizio della vicenda è costituito dalla decisione del governatore di sostituire una delle maisons con un casino’ che permetterebbe un incremento della clientela nonché un rilancio dell’ economia locale. La storia quindi si sviluppa intorno alla competizione delle maisons che fanno di tutto per non sfigurare e dimostrare di essere economicamente indispensabili per l’economia del luogo. Tale competizione genera di volta in volta numerosi avvenimenti contrassegnati dall’equivoco e dall’ironia.
Gli autori
Feliciano Falco e Dario Castiello, storia e sceneggiatura; Vincenzo Cucca, disegni; Barbara Ciardo, colori.
Il commento fuori dai denti dei creatori.
“In realtà si tratta si una vera e propria commedia, spesso sopra le righe come la commedia deve essere. Anche per i colori, le luci, le ambientazioni, tutto deve sembrare “oltre” e quasi paradossale. Sembrerà normale, camminando fra le strade di RDMR, immaginare che dietro i palazzi ci siano le strutture di legno che reggono su le case finte della sceneggiatura utilizzate per il cinema. RDMR è la nostra Bollywood. Vincenzo Cucca è un disegnatore dal tratto umoristico caricaturale eccezionale; rende appieno la nostra voglia di creare un’ambientazione da commedia.”
Riferimenti
www.ggstudiodesign.com
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