La contraddizione è sotto gli occhi di tutti: la crisi, magari usata come scusa per chiedere dilazioni di pagamento o aumentare i prezzi di copertina, di pubblico del fumetto in Italia è forte, reale, tangibile.
In proporzione è parimenti e paradossalmente crescente l’attenzione degli editori di narrativa nei confronti del fumetto, come forse mai era avvenuto in precedenza.
Rizzoli non fa eccezione, anzi, con la sua etichetta Lizard possiamo additarlo fra gli esempi migliori di questa tendenza. Offre, oggi, ai lettori un progetto editoriale bifronte: da un lato inediti volumi di autori italiani e stranieri e dall’altro una significativa ristampa delle opere di autori che sono parte della storia del fumetto in Italia.
In particolare Hugo Pratt, e non è un caso dato che la Lizard naque nel 1993 proprio per volontà del maestro di Malamocco, il quale è anche l’ideatore del logo della lucertola. È quindi naturale che ci sia una continua riproposizione delle sue opere da parte di questa casa editrice. Per esempio il suo Corto Maltese, appena ristampato e distribuito in allegato al Corriere in una edizione pocket così accattivante da tentare seriamente anche chi già ne possiede l’opera omnia; oppure i suoi fumetti di guerra realizzati per l’inglese Fleetway per la prima volta raccolti in un unico volume; il Sgt. Kirk in una veste finalmente degna dell’opera; la riproposta delle sue numerose, e non meno importanti, storie singole.
Albi di prestigio editoriale, grande cura e proporzionale costo che permettono di ricostruire nella propria libreria una bibliografia affascinante e variegata quasi quanto la girovaga vita dell’autore scomparso ormai da quindici anni.
Il volume El Gaucho, ristampa di una storia serializzata sulla rivista Il Grifo nella prima edizione nel 1991, rientra in questa categoria. In questo caso la presenza ai disegni di Milo Manara è l’ulteriore, definitivo motivo per convincere il lettore a procedere all’acquisto del volume.
Dietro una copertina debole, decisamente di impatto inferiore alla quarta, Pratt ci narra le vicende di personaggi minori, miseri e senza troppe pretese, intrecciandole fra loro e calandole nella precisa ambientazione storica della conquista dell’Argentina da parte della potenza militare inglese, nel giugno del 1806.
Più volte indicato dallo stesso Manara come il suo vero maestro, Pratt realizza una sceneggiatura semi-disegnata, con layout che possiamo in parte intravedere nell’apparato redazionale del volume. È interessante vedere come l’apparente sciatteria dei layouts del maestro si trasformi nei dettagliati quadri dell’allievo. I due avevano già lavorato in coppia e gli accenni disegnati nella sceneggiatura sembrano piccole sfide al disegnatore Manara che quest’ultimo raccoglie senza alcun problema, scevro di alcun timore riverenziale, cambiando inquadrature, taglio dell’immagine, disposizione dei personaggi così come il suo genio suggerisce.
Ambientazione estera – Argentina, dicevamo- e storica così come spesso accade nelle storie di Pratt. Nel volume non si fa fatica a comprendere l’interesse dell’autore per il paese sudamericano – Pratt ha vissuto diversi anni in Argentina – per sua storia e per i suoi costumi. Così come è chiaro l’interesse per l’influenza della massoneria nella guerra di conquista inglese, forse anche perché lo stesso Pratt è stato attivo membro di una loggia massonica.
Di pari passo nel racconto troveremo narrate le vite dei potenti, la storia con la “s” maiuscola, le miserabili vicende di poveri, prostitute, storpi, schiavi, tutti in cerca di una propria impossibile libertà, e spesso destinati ad una tristissima fine. Ne esce un quadro fin troppo tragico, fra intrecci politici e di interesse e lotte fra poveri.
Eppure, nonostante quanto sopra detto e il sostanziale svolgimento avventuroso, fra battaglie, piccoli tentativi di ribellione e soppressioni, questo volume sembra voler lasciare negli occhi il ricordo di un fulleiton, con un piccolo retrogusto amaro. Una commedia nella quale non mancano i passaggi tristi, di tensione o di battaglia, ma nella quale il tratto anatomicamente perfetto di un Manara all’apice della sua arte è la base per impaginare una lunga serie di vere e proprie pieces teatrali.
Le inquadrature sono molto spesso frontali, a mezzobusto in asse con chi guarda il fumetto come in uno spettacolo teatrale, infatti. Non mancano ovviamente, come accennato, le scene di battaglia, panoramiche, viste dall’alto, ma quello che maggiormente colpisce è la capacità di raccontare le vicende dei protagonisti attraverso il disegno di interni spesso molto affollati nei quali, oltre alla dettagliata maestria nella scenografia, sono le espressioni dei visi dei personaggi – anche quelli di contorno – ad essere il vero punto di forza dell’opera.
Per tacere, poi, della ormai celeberrima rappresentazione delle molte donnine discinte impegnate nelle più svariate pratiche erotiche, elemento narrativo ovviamente inserito dallo sceneggiatore ad hoc.
Bastano questi pochi appunti a rendere chiaro il valore sia narrativo che artistico di quest’opera, decisamente valorizzata nella raccolta in volume unico. Una lunga storia di amori impossibili, fughe per la libertà, guerre finte e conquiste vere che coniuga, con risultati superiori alla media, la voglia di raccontare di Pratt con il piacere di interpretare il mondo attraverso il disegno di Manara.
Un tratto così pulito e lineare in grado di rappresentare egregiamente sia il bello che il brutto della vita, tanto da rendere il lato negativo delle vicende umane paradossalmente piacevole.
Nota: anche in questo caso, come in “Patagonia”, il titolo del volume è poco centrato; non si riferisce infatti ad alcuno dei personaggi del volume ma ha valore solamente evocativo.
Abbiamo parlato di:
El Gaucho
di Milo Manara e Hugo Pratt
Rizzoli Lizard, 2009
144 pagine, cartonato, colore, 25,00 €
ISBN: 978-88-17-03667-2
Riferimenti:
Corto Maltese torna in edicola
El Gaucho dal sito Rizzoli
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