Extinction Seed è il titolo della miniserie in 6 uscite (più numero zero) che la casa editrice italiana GG Studio ha deciso di lanciare sul mercato statunitense attraverso il catalogo Diamond, bibbia del fumettofilo made in USA. Ai testi troviamo Davide Aicardi, Licia Pastore ai disegni e Alessia Nocera per la colorazione; a loro si uniscono per la traduzione Andrea Plazzi e Adam McGovern. Abbiamo intervista alcuni dei protagonisti di questa interessante sfida.
Intervista a Giuliano Monni (direttore editoriale GG)
Con questo progetto vi affacciate come realtà editoriale nel mercato mondiale della distribuzione Diamond. Tecnicamente è anche facile, basta chiedere al distributore di farsi inserire in catalogo e automaticamente siete proposti al pubblico che compra centomila copie di un fumetto supereroistico (per fare un numero…). Che passi avete pensato, oltre a realizzare un buon prodotto, per non perdervi nelle mille proposte “nuove” e poco conosciute del Preview della Diamond?
Contrariamente a quanto si possa immaginare non è per niente facile entrare in contatto con Diamond e distribuire negli USA. Il meccanismo funziona in modo differente. Noi siamo stati contattati da Diamond e ci è stata offerta la prospettiva di distribuire i USA. Diamond seleziona i vendor in base alle prospettive di vendita. Nel nostro caso uno dei dirigenti ha ritenuto di supportare i nostri titoli. La Diamond analizza ogni titolo presentato, almeno quando si tratta di realtà emergenti, e se non ritiene il titolo appetibile per il mercato non lo inserisce in catalogo. Diverso è comprare pubblicità sulle pagine a pagamento del Preview, quello può farlo chiunque sia dotato di un budget consistente. Dopo che la Diamond ha valutato interessante l’attività distributiva verso un vendor, parte una attentissima analisi sulle attività clienti-fornitori, una sorta di indagine economica per valutare la consistenza e la serietà del vendor. Personalmente ho dovuto chiedere di scrivere lettere di presentazione a tutti i miei fornitori.
Una volta entrati, Diamond impone delle rigidissime regole, qualcosa con cui ci si potrebbe scrivere un manuale di decine di pagine, forse glielo proporrò un giorno. Il rispetto integrale di queste regole è l’unica strada per evitare che i titoli vengano messi in condizione di “non vendibilità”. Le problematiche sono infinite e vanno dall’inscatolamento, ai contenuti, alla componente documentale, ai moltissimi codici che contraddistinguono un titolo.
È il caso di tenere presente, giusto per dare il senso delle proporzioni, che centomila copie le fa solo il titolo al primo posto nella top 300 dei fumetti venduti ogni mese. Già dal secondo posto i numeri sono decisamente inferiori. Molti titoli Marvel e DC compresi tra il secondo e il centesimo posto della classifica girano intorno alle 30 mila copie. Noi attualmente siamo assestati intorno quota 240 della top 300. In definitiva direi che distribuire in USA è tutt’altro che semplice e molto meno redditizio di come si possa credere. È un traguardo che GG Studio ha raggiunto grazie allo sforzo fisico, mentale ed economico di varie persone e pur non costituendo un punto di arrivo rappresenta per noi motivo di grande soddisfazione.
Attualmente le nostre armi migliori sono la regolarità delle uscite e la qualità del prodotto. I nostri numeri sono in crescita di mese in mese. I retailers stanno incominciando ad ordinarci e riordinarci con regolarità. Già con titoli non creati ad hoc per il mercato statunitense abbiamo sorpassato titoli di editrici presenti da anni sul territorio come la Aspen e ci siamo presi il lusso di avvicinarci ad alcuni titoli minori della Top Cow
La nostra tattica ora è tutta spostata sulla produzione di Extinction Seed, un tentativo di coniugare lo spirito Image degli anni ’90 con un progetto più al passo coi tempi. Un qualcosa che sappia creare meraviglia nel lettore ed esclusivamente concepito per questo mercato.
Avete un editor americano che vi segue il progetto?
Attualmente Adam McGovern affianca Andrea Plazzi alle traduzioni, inoltre svolge un meticoloso lavoro di controllo finale. Mi farebbe piacere che proprio Plazzi in persona fosse chiamato in causa in questo dossier. Il metodo di adattamento dei nostri titoli, presentato assieme al prof. Fornaroli alla scorsa edizione di Lucca C&G è assolutamente sperimentale e vale da sé una parentesi.
Quali sono tutti i fini di questa operazione?
Il fine principale è quello di sostenere economicamente la produzione dei titoli GG Studio. Questo attualmente non è possibile farlo rimanendo solo sul mercato europeo, tanto meno con quello italiano. L’idea è quella di ritornare in questi mercati al più presto possibile con edizioni più lussuose dei materiali prodotti per gli Stati Uniti.
Prescindendo dai lanci di agenzia, cosa ti piacerebbe raccontare di questo progetto?
L’idea di “Extinction Seed” è il risultato di anni di ricerche rivolte alla mia passione per i fenomeni “atipici” che accompagnano la storia del nostro pianeta. La quantità di materiale era enorme e ancora oggi mi stupisco che Davide Aicardisia riuscito a raccattare tutti i giocattoli nella stanza di un bambino troppo entusiasta. Senza contare che ci siamo scoperti accomunati dalla passione per il cinema in tutte le sue salse; fatto che ha contribuito non poco a filtrare la mole di dati attraverso un’immagine caleidoscopica ancora più complessa.
Lo sviluppo di questo progetto ha coinvolto tutto lo studio “come ai vecchi tempi” rafforzando e ravvivando lo spirito di gruppo e nel contempo mi ha dato la possibilità di lavorare e conoscere Davide Aicardi.
Che risultati vi attendete? Esiste una soglia già calcolata che vi permetterebbe di provare altre iniziative come questa?
Credo che probabilmente “Extinction Seed traghetterà” il GG Studio nella top 200: a quel punto le tre serie regolari che ne scaturiranno, Myst, Arise e Edge, costituiranno di per sé una sfida molto grossa. Sostenere tre serie regolari con ritmi statunitensi non è una passeggiata. In tal senso, spero presto di poter allargare il parco autori.
Intervista a Davide Aicardi
Come sei stato coinvolto nel progetto e cosa hai realizzato?
Sono stato coinvolto nel progetto da Giuliano Monni, motore, cuore e CEO del GG STUDIO. Furono due amici (Alex Crippa e Davide Rigamonti) a farci incontrare durante l’edizione del 2009 della fiera di Lucca. Da tempo Giuliano aveva in mente di dare alla luce un universe per il mercato americano a cui ricondurre tutti i titoli della casa editrice. Penso che sia stata la mia esperienza nella scrittura di diverse serie televisive a convincerlo ad affidarmi il progetto.
Da subito ho capito che Giuliano, sul progetto, aveva le idee molto chiare. Quali dovevano essere i protagonisti, o meglio; le protagoniste, le atmosfere e gli argomenti trattati. Quello che non sospettavo è che lui avesse già raccolto sull’argomento più di 40 pagine di dossier! Partendo da questa solida base di documentazione, e non smettendo mai di dialogare con lui durante lo sviluppo, per prima cosa ho lavorato sul soggetto di Extinction Seed e sulla “Bibbia” dove sono raccolte tutte le informazioni necessarie per la scrittura di questa e delle tre serie che da questo crossover partiranno (“Mist”, “Edge” e “Arise”). In parallelo, il GG Studio ha sviluppato i characters, i models e tutta la documentazione grafica che rimarrà a servizio degli altri autori che si avvicenderanno alla lavorazione delle tre serie affiancando me e Livia Pastore nell’immediato futuro. Definita questa prima fase, sono passato alla stesura dei soggetti di ogni singolo numero e attualmente sto finendo la fase di sceneggiatura mentre i primi numeri sono già in produzione. Durante tutto il processo di scrittura sono sempre stato seguito dall’editing attento e puntuale di Giuliano. Per correttezza, devo specificare; che alcuni personaggi sono molto cambiati e migliorati dopo la realizzazione grafica da parte dei ragazzi dello Studio che, con le loro proposte, hanno dato un contributo decisivo all’aspetto finale delle nostre eroine.
Come “leggi” i movimenti di mercato dall’ottica di un autore italiano che adesso può proporsi al mercato “mondiale” fumettistico?
Come tutti sappiamo, per uno sceneggiatore italiano è difficile proporsi, e soprattutto rimanere, con un progetto così articolato, sul mercato americano. La lingua rappresenta uno scoglio spesso insormontabile. In questo io non ho merito. È stato Giuliano ad offrirmi questa occasione che io ho subito preso con entusiasmo al volo. E per la lingua, sono stato sorretto integralmente; dall’ottimo lavoro di traduzione e adattamento di Andrea e Adam. Ovviamente spero che da questa cosa nascano successive e ghiotte possibilità per me e per i personaggi del GG Studio. Ma se tutto va come speriamo (e qui incrociamo l’incrociabile e tocchiamo l’indicibile) saremo tutti parecchio impegnati a portare avanti le prime tre serie regolari del nuovo universe appena nato. Mi piace guardare con ottimismo ad alcuni esperimenti ben riusciti, come l’ottimo X CAMPUS scritto da Francesco Artibani e Michele Medda che, anche in territorio Americano, ha riscosso un ottimo successo di pubblico e critica. Quindi, citando un celebre film che tutti abbiamo visto e amato: “si, può fare!”.
Cosa ti piace di questo progetto e, come chiesto ad Adam, che ricordi hai di mega saghe “Crossover” del recente passato?
Mi piace la libertà assoluta che mi è stata concessa nello scriverlo. I grandi spazi, il potermi confrontare con il fantastico e le scene d’azione, che per la televisione italiana non ho mai potuto raccontare. Mi piace tornare al fumetto dopo molti anni e dare questa grande soddisfazione a Carlo Chendi, che del fumetto e della scrittura di questo mi ha insegnato tutto quello che so. Mi piace conoscere e collaborare con gente nuova, con la quale spero di condividere ancora un bel pezzo di strada. Mi piace la fiducia che mi è stata accordata. Spero di ricambiarla appieno. Per quanto riguarda le grandi saghe crossover del passato, non ne sono mai stato un grande fan. Ho apprezzato particolarmente Civil War e Messiah Complex in casa Marvel, e il vecchio Guerre Segrete. Sul lato DC invece ricordo con affetto One Million, la mega-mini 52 e il recente crossover a tre Trinity.
Intervista a Andrea Plazzi
Non molto tempo fa ci siamo incontrati ed abbiamo chiacchierato del tuo lavoro di “editor” e traduttore e della scuola che hai aperto a Bologna; fra le varie cose di cui parlammo, accennammo anche alla possibilità di fare questo lavoro “a rovescio”, ovvero per fumetti italiani da “tradurre” per un mercato estero. Ci racconti come è nato l’incontro con GG studio per questo progetto?
Mi ha contattato Giuliano Monni di GG studio via Facebook, con grave smacco per la mia (neanche tanto) cordiale antipatia per il medesimo (Facebobok, non Giuliano).
Fino a quel momento avevo seguito l’attività di GG molto da lontano e superficialmente, ma mi è piaciuta subito l’idea di approfondire la conoscenza con un progetto così particolare.
In cosa consiste la vostra consulenza nella produzione di questa miniserie (considerando che sono albi che non hanno una edizione italiana)?
La parte creativa e artistica è ovviamente appannaggio degli autori e di Giuliano. A parte qualche dettaglio tecnico (i materiali da cui partire, per esempio, invece che pagine a fumetti già pubblicate in italiano e quindi con tutti i dialoghi già letterati, etc.) è lo stesso lavoro di traduzione, cioè di adattamento culturale in senso lato, che facciamo da un anno a questa parte per gli altri titoli GG.
Come abbiamo avuto modo di spiegare in alcune occasioni, è una modalità abbastanza eterodossa, che sulla carta non consiglierei incondizionatamente, e che nasce sia per necessità sia per il preesistente affiatamento tra me e Adam McGovern: fornisco ad Adam una pre-traduzione in inglese relativamente letterale e/o che cerca di sciogliere subito i punti più delicati (forme gergali, modi di dire, registri linguistici particolari, come “colloquiale”, “formale”, “aulico”, “volgare”). Se sono abbastanza bravo – Adam dice di sì – lui capisce subito e interpreta il tutto in “Contemporary American English”.
La necessità è data dall’estrema difficoltà di individuare traduttori madrelingua dall’italiano con competenze specificamente fumettistiche: in tanti anni, non mi sono mai imbattuto in una procedura di traduzione, per così dire, canonica. Per esempio, le “antiche” traduzioni di fumetti italiani per gli USA erano spesso opera di italiani, come Giardino che nelle Edizioni Catalan fu tradotto da Stefano Gaudiano.
Un “vorrei ma non posso”: quale è l’albo a fumetti italiano che hai sempre sognato di vedere pubblicato con successo all’estero?
Mi piacerebbe applicare il “Metodo McGovern” a Morti di sonno di Davide Reviati. Ho una mezza idea tutta da verificare su come potrebbe suonare quel parlato intimamente romagnolo anche se non è mai dialettale, che in italiano è estremamente espressivo restando comprensibile a tutti.
Intervista ad Adam Mc Govern
Ciao Adam e benvenuto; come sei stato coinvolto in questa “invasione” italiana in USA?
Nel fumetto tutte le strade portano a Kirby; la mia odissea italiana cominciò quando il critico Stefano Priarone mi presentò Leo Ortolani per un articolo sugli omaggi di Leo a Kirby per la rivista americana “Jack Kirby Collector”; questo portò a una cooperazione col complice di Leo e sostenitore di rinascimento della cultura pop Andrea Plazzi, che mi reclutò per aiutare a dare una seconda vita agli eccezionali fumetti del GG nella terra di Kirby stesso.
Che contributo hai dato per rendere i fumetti del GG Studio appetibili in un mercato così selettivo come quello americano?
Buona parte del lavoro lo fa per noi la generosa e adorabile qualità di disegno e produzione della comunità creativa del GG; inoltre, il segreto è esaltare gli intrighi, le emozioni, le tragedie e lo humor nel linguaggio condiviso della buona narrazione che sta alla base di questi fumetti e metabolizzarli attraverso la poesia, il fascino e la vivacità del vocabolario proprio del linguaggio mediatico americano, in modo da far sì che gli albi si “teletrasportino” attraverso l’Atlantico con una nuova voce ma con lo stesso spirito.
Cosa ti è piaciuto di questo progetto ed in generale dei crossover “super hero/fantasy”?
Il miei crossover preferiti sono quelli che hanno una visione creativa solida e compatta, come Seven Soldiers di Grant Morrison piuttosto che quelli che si sviluppano all’interno di tutto l’universo di uscite di un editore; credo che “Extinction Seed” avrà lo stesso tipo concezione ponderata che incontri la sua ambizione creativa.
Riferimenti:
GG Studio: www.ggstudiodesign.com
Minisito dedicato alla serie: es.ggstudiodesign.com
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