In soli cinque anni aveva pubblicato i suoi primi quattro album; ce ne son poi voluti venti per vedere nei negozi gli altri sei di inediti: il cambio di passo in termini di produzione è sì chiaro ma non è facile individuare nella discografia di Daniele Silvestri un filo rosso o una parabola ben decifrabile.
Alcuni progetti hanno portato via molto tempo perché decisamente articolati: Acrobati (2016) e La terra sotto i piedi (2019), da questo punto di vista, mostrano in maniera lampante il peso del lavoro e della costruzione dell’album e dei pezzi scelti. Altri album, invece, sono stati alternati da collaborazioni importanti in altri dischi e lavori. Il disco X, decimo, ci regala, azzardando una lettura, un punto di arrivo e partenza, la X segnata sulla mappa del tesoro che indica il posto dove arrivare e da dove partire. Non è un concept album, accoglie e raccoglie istanze anche profonde e impegnate ma le declina senza alcuna pesantezza grazie al peso dell’esperienza dall’autore. [continua qui…]
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