Death of Superman

Disclaimer: il pezzo sotto riportato è stato scritto nel novembre 1992 in occasione di un soggiorno a New York. Il testo è stato fedelmente riportato come pubblicato sulla rivista FLEX n.4 del gennaio 1993 con tanto di errori, omissioni, leggerezze e battute imbarazzanti. Nonché qualche riferimento a fatti o persone ormai superati e datati… per fortuna il tempo passa e si invecchia.

Lo riproponiamo, su gentile concessione dell’autore, per segnalare l’uscita in edicola del volume SUPERMAN: LA MORTE DI SUPERMAN, il numero 7 della serie i libri allegati a Panorama/ Sorrisi e Canzoni Tv edito dal gruppo Mondadori. Il volume ristampa Superman Man of Steel 19-20-21; Superman 75-76-77; Adventures 498 e 500 ed è in vendita da giovedì 31/5.

  N.Y. 22 NOVEMBRE 1992

I giorni, le settimane a New York trascorrono molto rapidamente. Talvolta, però, c’è qualche evento che incide sulla vita del newyorkese, ed anche e soprattutto sulla vita delle persone che quotidianamente si recano nella grande mela a lavorare; cioè sulla vita di tutti quelli che compongono il fiume umano che (letteralmente) scorre per le vie di Manhattan.
La settimana dal 15 ai 22 novembre è stata molto particolare, perché si è svolto al Madison Square Garden un importante torneo di tennis, ed anche perché vi è stata la prima di un film di scottante attualità, in America come in Italia, il chiacchierato “Malcom X“. Ma soprattutto è stata una settimana molto particolare, anzi unica, perché caratterizzata, segnata, colpita dall’evento, ovvero la morte di Superman.
All’inizio della settimana i negozi di fumetti, comics shop per gli americani, erano semideserti; i gestori si aggiravano apparentemente tranquilli, ma in realtà erano già pronti ad affrontare la luttuosa giornata, il 18 Novembre. E soprattutto ne pregustavano i guadagni.
Ma la prima domanda che ci si pone riguarda proprio il carattere di questa giornata: luttuosa per chi? Da uno degli articoli arrivatomi dall’Italia, tratto dal Il Mattino, pare proprio che, secondo l’articolista, questa giornata sia stata la “più nera” per i genitori di Clark Kent (adottivi, obviously) e per quei pochi — da quel che ho visto neanche tanto pochi —, che hanno partecipato a New Jersey City al funerale, realmente officiato, di Superman, con tanto di bara e prete vero.
Forse la giornata è stata luttuosa per Lois Lane, forse per le migliaia di abitanti di Metropolis (quella dei fumetti) che hanno perso la casa durante la “madre delle battaglie” ira Superman e Doomsday o che hanno perso qualche parente. O forse (ed il dubbio è angosciante) è stata luttuosa per gli abitanti di Metropolis (quella vera, realmente esistente in America) che avevano adottato Kal- El ed ai quale avevano innalzato una statua nella loro piazza principale, proprio perché privati del loro orgoglio municipale (non so se rendo l’idea, la città di Superman).
Se a questo proposito resta il dubbio, certamente si può affermare per chi non è stata una giornata luttuosa. Sicuramente non lo è stata per la DC Comics, che ha assolutamente dominato le classifiche delle prenotazioni, e poi quelle delle vendite nella settimana in questione e, di seguito, anche in tutto il mese. Inoltre non è stata una giornata luttuosa per i gestori dei comics shop, ma di questo si parlerà più avanti. A quanto pare, è stata anche una gioia per le femministe americane, convinte di aver seppellito, assieme a Superman, l’emblema del maschio dominante ed autoritario, o di qualcos’altro che non vale la pena commentare.
Ritornando all’argomento centrale, si può dire che a New York, a parte le pacchianate americane, come le vetrine con la tomba di Superman dipinta sopra o magari il pupazzetto opportunamente depositato in una bara nera con al suo fianco Batman e Wonder Woman a rendere omaggio, dicevo che a New York l’unica differenza all’intento dei comics shop
era una parte riservata ai numeri della saga di Doomsday, opportunamente raccolti, e talvolta proposti — anzi quasi sempre — ad un prezzo già superiore a quello di copertina.
Chiariti questi concetti generali introduttivi sarà meglio addentrarsi nel racconto dei tre giorni dal 19 al 21 novembre.  Parecchie le persone che hanno assistito all’apertura dei comics shop il tragico giorno.  Mattinieri ? Mah! In realtà quasi tutti i negozi di New York aprono alle 10 o giù di lì e quindi non sarà certo stata una levataccia alzarsi prendere un numero “della morte di Superman”.
Di norma, salvo rare eccezioni (rare è un eufemismo), in città non si vendeva più di una copia per ogni compratore. “Questo per salvaguardare la clientela e per far avere ad ognuno il proprio numero, non scontentando nessuno”. E se questa è la versione ufficiale data da ogni “serio” rivenditore, in realtà le cose sono andate diversamente.
Già alla vigilia dell’evento, si pensava che il famigerato numero 75 di Superman, nei giro di una settimana, avrebbe visto lievitare il proprio prezzo fino a $5, ovvero di quattro volte superiore. Perciò nessuno degli acquirenti che ha fatto la fila a New York, ma anche in ogni altro posto (d’America) dove si poteva trovare l’agognato fumetto, aveva l’intenzione di fermarsi dopo averne comprato uno solo…, perché, insomma, non so se ci rendiamo conto, è la morte di Superman. E’ incredibile, è l’evento del decennio… Erano proprio questi i commenti all’interno dei comic shop, dove si ritrovavano si i lettori abituali, ma anche quelli capitati lì per la prima volta: impiegati, poliziotti, distinte signore… tutti accorsi per l‘evento.
Certo il fatto di aver dovuto fare la fila non deve spaventare, se si pensa che in questo caso si parla di “file americane” che ben poco hanno da spartire con quelle “italiane”, le cosiddette file “a grappolo” che sono la croce do molte persone. E’ accaduto invece che la rapida successione di fan veniva abilmente “sbrigata” da solerti cassieri, visto che spesso gli albi da vendere erano stati strategicamente messi dietro la cassa.

Ecco quindi che dopo una o più file siamo entrati in possesso di questo numero così desiderato… Diventa poi necessaria la divisione delle copie, conservarne alcune immacolate, una per leggerla,un paio per venderle, alcune per regalarle agli amici più cari. Dopo di che si può anche affrontare la lettura.
Prima di parlare del numero in sé e delle altre cosette accadute nei giorni successivi, credo che si debba dire qualcosa sull‘idea (uccidere Superman) e sullo svolgimento della stessa.
Da quanto mi risulta, anche in Italia parecchi giornali hanno superficialmente parlato del decesso del figlio di Kripton già a settembre, quando la notizia e giunta dall’America. Di tutti però, solo alcuni hanno sottolineato come meritava, il fatto che la “trovata” era probabilmente mirata (in gran parte resta l’unico motivo valido) a catturare l’attenzione di un pubblico ormai distante dalle
super-testate, che erano già diventate quattro, come è degno di un Supereroe con la “S” maiuscola (al pari di Batman e Spiderman).

Infatti la situazione dei mercato fumettistico americano, nota ai più, vede la DC Comics ormai ai margini dell’interesse del pubblico, già da tempo massicciamente concentrato sulla Marvel, e da poco su una manciata di case indipendenti ed intraprendenti (non scopro nulla citando Malibu, Dark Horse e Valiant). Ed allora che fare? Uccidere Superman.
Chissà se in realtà la gran decisione è stata presa dagli autori della super-serie o se è venuta dall’alto, e se si possa vedere dietro tutto ciò una mirata scelta editoriale. Fatto sia che ormai è successo già e, come speravano alla DC, è stato proprio un successo (ehm… Il gioco di parole è infimo, ma tant’è).  Cosi facendo, hanno clamorosamente attirato l’attenzione dei media, anche in America piuttosto restii a trattare bene i comics, ed altresì attirare l’attenzione di chi non ha mai, o quasi, comprato fumetti, portando (solo per un numero?) nuovi lettori alla loro casa editrice.
In tutto questo, però, pare proprio che si sia perso di vista l’interesse principale (?l?l?), ovvero l’albo vero e proprio. Per essere più precisi, quindi, la trama del ciclo di storie culminante la morte di Superman. Il cosiddetto “ciclo dl Doomsday’ si fonda infatti su un idea di base abbastanza leggerina (?), una sceneggiatura “pacchiana” e talvolta dei disegni ben al di sotto della media. Per non rubare lavoro al Critic-Men. Preferirei sospendere li tutto qui e tornare a numero 75 di Superman. Questo albo si presenta con il mantello dl Superman stracciato a mo’ di bandiera. In copertina. ed all’interno ha la stravolgente (!)novità dì offrire vignette a tutta tavola; ora, ammesso che l’idea può anche essere buona ma non originale in assoluto., questo tipo dl fumetto avrebbe certamente avuto bisogno dl un disegnatore realmente abile nella composizione “architettonica” delle tavole, avendone a disposizione cosi poche; ma, ahimè, cosi non è stato. E quindi, trai grugniti di Doomsday e le testate con rincorsa d Superman, senza dimenticare la promessa d’amore eterno fatta a Lois Lane con annesso bacio d’addio. Si arriva al momento tragico. Nelle ultime vignette i due contendenti (da un lato Doomsday, per nulla affaticato, dopo aver massacrato la Justice League. compreso il quasi onnipotente Guy Gardner, e dall’altro un Superman ferito più volte) si scambiano l’ultimo colpo, quello nel quale si concentrano tutte le forze residue e che provoca la caduta di entrambi: di Doomsday non si sa che cosa resti intero. Ma Superman ha appena il tempo di morire fra le braccia di Los Lane, In una vignetta finale che si apre per diventare tripla (un must! Manca solo la linguetta da tirare per far muovere ma manina d Superman). Ogni giudizio su un’opera così epica e sicuramente destinata a entrare ne la storia dei comics. dovrebbe essere sospeso. Ma sembra proprio che dopo aver tanto aspettato, e sperato per avere questo albo tra le mani, non possa fare a meno di restare delusi dal modo in cui è stato svolto un compito così gravoso. infatti ci si sarebbe aspettata una realizzazione grafica adeguata all’importanza dell‘albo, dei personaggio, oltre ad una trama più credibile.

Beh, comunque chiudiamo questo numero 75 e torniamo a New York. È la sera dei 18, e i telegiornali dedicano un’insolita attenzione all’evento. Ho saputo che anche in Italia Superman ha meritato i telegiornali in prima serata, anche se, vista la qualità, infima, degli articoli italiani sullo stesso argomento, non so di che tipo di servizi possa aver beneficiato. In ogni caso, in America viene trasmesso uno stralcio del funerale celebrato a New Jersey City e qualche ripresa dall’interno del “Jim Harley‘s Universe“, sicuramente, dal punto di vista “estetico”, il miglior negozio di fumetti di New York.
I toni dei servizi sono sempre un po’ tra il coinvolto e l’ironico, e gli interpellati. tra i tanti Louise Simonson, una delle assassi… ehm, una delle autrici dell’ultimo Superman, non sanno se mostrarsi divertiti o costernati. In ogni caso la notte porta consiglio, e lo porta soprattutto ai gestori dei comic shop statunitensi. Cosa accade infatti giovedì? Qui entrano in ballo altri argomenti: la distribuzione, la vendita e l’utilizzo d edizioni speciali per festeggiare alcuni numeri, appunto. “speciali”. Per quanto riguarda il primo punto, basta porre un paio di interrogativi: chi non si è stupito davanti ai milioni (milioni) di copie vendute del numero 1 di X-Men? Oppure. Come credere al “Jim Hanley’s Universe“, al “Forbidden Pianet“, al “Dragon’s Den“, a“lt’s ‘a’nother hit“, a “Heroes World“, a “1000000 Comix” quando giovedì manina sostenevano di aver esaurito le copie di Superman 75? Ma come. e la tiratura di 3 milioni di copie non è bastata?
Giovedì mattina, in tutta New York. non vi erano più albi della morte di Superman. O, come mi ha suggerito un solerte e disponibile cassiera al “Jim Hanley’s”, per averne qualcuna bisognava girare per strada e trovare chi li vendeva a prezzo maggiorato. Su qualche bancarella (bancarella? bagarinaggio? New York come Napoli?). Ai più veniva fatta la promessa di una 2nd printing” per il martedì successivo, e lo stesso discorso veniva ripetuto venerdì. Tutto questo fino a quando la pulce nell’orecchio non mi è stata messa da un omaccione di colore, che vendeva i fumetti di fronte alla Gran Centrai Station. Questo omone, visibilmente inc..zato, diceva che i maggiori (non ho detto i migliori) comics shop avevano venduto solo la metà delle copie ricevute chele altre erano state riposte, in attesa di “tempi migliori”. Questo giustificherebbe le tirature di questo e di altri fumetti (e qui si capisce il perché della domanda di prima, sul numero degli X-Men) e l’imminenza di una seconda stampa a 5 (cinque!) giorni di distanza dalla prima.
O di un fantomatico paperback nel giro dì 10 giorni. La conferma a questi (cattivi) pensieri è arrivata venerdì pomeriggio. quando da “Heroes World” ricomparivano gli albi fino ad allora esauritissimi della morte di Superman. Meraviglia! Stupore! Ah. cari miei. C’è ben poco da stupirsi, perché questa ricomparsa era “premeditata”. Raul, uno dei commessi di “Heroes Worid”, mi ha spiegato che venderti tutti il giorno prima era sconveniente per loro. Perciò si è pensato di darli per esauriti il primo giorno e di ricacciarli, senza far pubblicità, successivamente e di “campare” su questo numero 75 per molti giorni. E questa sara stata la “teoria di vendita” di tutti i comics shop ed ha fatto sì che la prima “tiratura” sia andata esaurita subito. Ora basterà aspettare il momento In cui ritorneranno in giro tutte quelle copie (tante) che non sono state fatte circolare. Prima avevo accennato ad un altro punto che ho volutamente lasciato per ultimo. Anche Superman 75 è stato stampato in due edizioni: una da edicola ed una “de luxe” lmbustata.
La seconda, alla modica cifra di us$2.50, comprende, in una busta nera con una S insanguinata, l’albo con una copertina diversa (la tomba di Superman in copertina!!!), un poster con tutti gli eroi DC dietro la bara, ognuno con la propria fascia nera (c’è anche Lobo!) il necrologio dal Daily Planet, alcuni francobolli, una “card” della serie ‘Doomsday’ e, udite udite, la fascia a lutto con la S rossa sopra. Questa busta è stata senza dubbio la versione più richiesta e sicuramente quella che varrà di più in futuro (ovviamente ancora chiusa!). In ogni caso è stata la versione meno venduta proprio perché la più richiesta. Nei giro di una settimana i prezzi a New York hanno portato l’edizione, che continuo a chiamare “da edicola” anche se, praticamente, in America non esistono edicole, ad un valore di us$5 e quella imbustata decisamente oltre i us$10. Al di fuori dei grandi centri i prezzi sono comunque molto più alti perché il prezzo viene dato dall’offerta, e non dalla domanda che è piuttosto scarsa. Non c’è da stupirsi quindi se a Port Chester, sempre nello stato di New York, venerdì mattina, la versione imbustata veniva venduta solo al modico prezzo di us$13.
E su queste valutazioni abnormi potrebbe anche chiudersi questo resoconto da New York; lascio al lettore, in ogni caso, la facoltà di dissentire dai miei giudizi sull’albo vero e proprio, ma, dopo aver girato per cercarlo, e dopo aver scoperto quali e quante manovre vengono fatte dal proprietari dei comic shop non mi si potrà negare il diritto di rimanere eluso.

Resta quindi un Evento, che tale è stato solo per il clamore che ha suscitato e per l’importanza in se per se de protagonista ma che è stato a dir poco sprecato nell’attuazione pratica vera e propria. Ora, sperando che la sicura resurrezione sia basata su un’idea di base un po’ più forte di quella su cui si è basata la morte di Superman, non ci resta che attendere, dopo un adeguato periodo di lutto, il ritorno sulle scene di Superman, con l’intimo desiderio che la maggior parte del giornali americani si sbaglino quando sostengono, adeguandosi al parere di Stan Lee, che Lois Lane è incinta e che quindi ai più presto ci ritroveremo un Superman Jr. (e qui mi viene in mente un film cult di Gene Wilder, “Frankstein Jr.”, orrore…)
Ultima (?l?l) provocazione: buttando un occhio all’Italia, mi permetto di suggerire alla casa editrice Bonelli di affossare il “mitico” Tex, con un battage pubblicitario enorme (manifesti con su scritto: “Dove eri tu quando Tex moriva?”) e, dopo li consueto, adeguato periodo di lutto, farlo resuscitare grazie all’intervento dello stregone Navajo Ampolla Tonante.

P.S.: Ovviamente in due edizioni. E quella dl “lusso”, con allegata una manciata della terra che copre la bara di Tex.

P.P.S.: Nooo. Non sono Adam Centerba nella sua terza reincarnazione, o quarta? (Eh, si. L’eco dei suoi successi ha attraversato l’Atlantico)

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