Colonus: un Lauria all’americana

colonus-coverL’agile volume della Dark Horse Colonus  nasconde dietro la cupa copertina una altrettanto cupa storia scritta da Ken Pisani con disegni e colori di Arturio Lauria.
Ambientata in un futuro non lontanissimo, è frutto delle idee dello scrittore e produttore statunitense Pisani, a suo agio, apparentemente, anche con le storie a fumetti oltre a quelle per le serie tv ed i documentari.
Il disegnatore è un giovane autore lucano, da noi recentemente intervistato, alle prese con il suo debutto da professionista direttamente nel mercato statunitense. I due avevano iniziato la collaborazione producendo una storia di 8 tavole che era stata premiata al Geekie Awards nel 2013; la Dark Horse mise poi sotto contratto entrambi per serializzare le vicende di Colonus sul mensile antologico Dark Horse Presents nella sua più recente reincarnazione a partire dal numero 10, pubblicato nel maggio 2015. La rivista nel passato ha avuto l’onere e l’onore di vedere pubblicate storie, sempre serializzate, dei più grandi autori della storia del fumetto degli ultimi venticinque anni, da Frank Miller a Mike Mignola, Geoff Darrow, Eddie Campbell, etc. In seguito la serie è stata raccolta in volume, non ancora pubblicato in Italia.

La possibilità di leggere la storia tutta di seguito ci permette di dare un giudizio sia sulla parte narrativa che sui disegni di quello che è stato definito dagli appassionati di fumetto come uno dei possibili futuri crack del fumetto italiano. Lauria, che ha realizzato recentemente una copertina per il Dylan Dog Color Fest, attualmente è alle prese con una sceneggiatura di una storia proprio dell’old boy della Sergio Bonelli Editore, dove metterà al servizio del bianco e nero classico la sua arte in continuo divenire.

L’appendice del volume, con studi e commenti di Pisani, ci permette di buttare un occhio al processo creativo che ha portato al risultato finale, sottolineando quanto sopra accennato, ovvero come il tratto del disegnatore sia decisamente cambiato dalla prima all’ultima tavola.

 

La storia è ambientata in un futuro che potremmo definire realistico o verosimile. Il mondo come noi lo conosciamo è finito e la razza umana cerca rifugio altrove, come su Marte, dove si trasferisce l’oligarchia che comanda. Su Venere invece, posto oltremodo inospitale, vengono inviati i reietti e le classi sociali più basse. Nonostante le condizioni avverse, questi realizzano un piccolo miracolo riuscendo a sopravvivere e rendere ospitale il pianeta. Grazie alla guida illuminata del suo leader e al sacrificio accidentale di un quinto della popolazione, in tre generazioni Venere diventa oggetto delle attenzioni della colonia di Marte, che cerca di prendere il controllo della situazione.

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La storia della colonia si intreccia con quella personale del leader attuale e della sua famiglia.
Una tragedia futuristica che predilige toni duri, ambientazioni scure e inospitali assolutamente lontane da tanti racconti in cui il futuro è migliore del presente grazie alle scoperte scientifiche ed ai progressi tecnologici.
Per Pisani tutto si riduce ad una lotta per la sopravvivenza che riporta, in circolo, il futuro molto più vicino al passato che al presente: l’unico sprazzo di umanità, riconoscenza e rispetto è il momento in cui su Venere si rende omaggio al sacrificio dei “5” (il quinto della popolazione morto).

A questi temi si sposa alla perfezione il disegno di Lauria, sul quale vale la pena subito sgomberare il campo da possibili equivoci. La sintesi ottenuta dal giovane disegnatore, soprattutto nelle ultime tavole, è, appunto, sintesi e scelta. Le matite in appendice mostrano chiaramente le capacità e la perizia dell’autore, eppure, nel passaggio alla china, il processo espressivo scelto utilizza grande quantità di masse nere e di tratti che non delineano masse e profili ma che si intrecciano fra di loro senza un apparente senso.
Il risultato di quanto raggiunto nelle ultime tavole del libro è spiazzante: la colorazione, dello stesso disegnatore, è sempre su tinte piatte o con al massimo una sola velatura ma cambia solo i toni. Pertanto abbiamo tavole sui toni del verde o tavole sui toni del blu o dell’arancione/rosso, dove la profondità è data dalle masse di nero e dalle differenti tonalità cromatiche.
Un risultato, come detto, molto particolare e di effetto, anche se qualche volta eccessivo e non facilmente decifrabile.

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Resta, alla fine della lettura del volume, la sensazione che i tempi compressi della pubblicazione sull’antologico abbiano ristretto una narrazione che poteva essere allargata e resa più complessa. Rimane, inoltre, la grande curiosità per i passi che farà in futuro (probabilmente graficamente più leggibili e meno arditi) l’arte di Lauria sulle pagine della Sergio Bonelli Editore, alle prese con un bianco e nero che potrebbe esaltarne le originali capacità di sintesi.
Un buon debutto da sostenere.

Abbiamo parlato di:
Colonus
Ken Pisani, Arturo Lauria
Dark Horse Books, giugno 2016
80 pagine, brossurato, colori – 9,99 us$
ISBN: 9781506701219

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