Forever Allies è una miniserie paradigmatica della nuova gestione delle serie e miniserie dedicate o collegate a Capitan America. E’ facile riuscire a rintracciare in questa recentissima miniserie made in Marvel, tutti gli elementi che hanno caratterizzato l’ultimo lustro delle storie di Captain America e, in generale, la linea editoriale scelta per il personaggio.
Elencate a caso, senza presunzione di completezza, nel recente passato abbiamo visto (e nel futuro vedremo) mini legate a stretto filo alla narrazione della serie regolare, quali Fallen son: the death of Captain America o Steve Rogers: Super Soldier; altre che saltano dal presente al passato, quali Captain America/Black Panter: Flags of Our Fathers. Oppure scollegate alla reale continuity di Terra 616 Marvel ((http://it.wikipedia.org/wiki/Universo_Marvel )) come The Chosen.
Oppure che si lanciano nella rilettura di momenti del passato di Steve Rogers, come Captain America Theater of War (che ci narra come Steve Rogers sia diventato Cap), Captain America: Man Out of Time (che racconta di come Steve Rogers, appena “ridestato” dall’ibernazione, si senta assolutamente fuori “tempo”) o progetti ambiziosi di riscrittura di momenti epici del passato quali The Marvels Project, All Winners Squad: Band of Heroes (in arrivo courtesy of Paul Jenkins e Carmine Di Giandomenico) o, per concludere, come il personaggio Captain America abbia influito sulle coscienze della nazione (con Captain America: Patriot).
Gli autori
La realizzazione della miniserie di cui parliamo è stata affidata ad un gruppo di autori di solide competenze.
E’ stato “arruolato” un copertinista di successo, autore di punta da decenni per la Casa delle Idee: Lee Weeks.
Ai testi un veterano (con un passato ormai lontanissimo addirittura di fan e fanzinaro) appassionato scrittore di saghe supereroistiche, in grado di gestire in passato con notevole successo di pubblico serie quali la stessa, regolare, di Captain America (in una lunga “run” con John Byrne), degli Avengers ma anche di Superman e di Spider-Man: Roger Stern.
E infine ai disegni una coppia che coniughi passato e presente in modo da sposare in pieno l’ottica temporalmente strabica che guarda contemporaneamente al presente ed al passato. Per le parti ambientate durante la seconda guerra mondiale il talentuoso Nick Dragotta, proposta che sembra omaggiare magari Tim Sale, fra gli autori recenti di successo, ma che in realtà si rifà con affetto alle chine dei grandi maestri del comic book degli anni 1950.
Per le parti attuali matite e chine affidate a Marco Santucci, coadiuvato da Partick Piazzalunga, italianissimo talento del bianco e nero fattosi le ossa sulle testate maggiori e migliori della Bonelli. Marco è stato nostro gentile ospite qualche mese fa per una intervista nella quale si era parlato anche del restyling di Captain America; lo stile fotografico, plastico, con inchiostratura classica, che però si lascia aiutare nei tratteggi, limitati al minimo, dalla colorazione di Chris Sotomayor, è quello delle ultime storie di Cap sulla sua serie regolare, di cui abbiamo parlato anche nell’articolo da noi pubblicato il 4 luglio.
La storia
Come accennato, la vicenda si dipana in continuo flashback e flashforward fra seconda guerra mondiale e presente; dietro la maschera di Captain America c’è Bucky Barnes, accompagnato (seppur non da vicino nella storia) dalla sua attuale compagna Black Widow. Il passato di Bucky ritorna prepotente di nuovo in primo piano e il nostro si trova a doversi confrontare sia con dolci ricordi (quelli del gruppo di “giovani” eroi che si battevano per la sicurezza degli Stati Uniti, i “Young Allies”) sia con quelli un po’ meno cari, legati al personaggio di Lady Lotus, ritornata alla grande dopo oltre cinquant’anni e pronta a dar vita ai suoi piani per (ehm…) la conquista del mondo…
Niente di nuovo sotto il sole, su questo non possiamo fingere, anche se, francamente, nel mainstream a fumetti supereroistico classico (made in Marvel o DC) non è che vi siano tanti margini di manovra per gli autori (tanto è che le migliori storie di supereroi, che affrontano problemi e tematiche su più piani, difficilmente le leggeremo su queste serie…).
Infatti, parlando degli stessi editori, significative su ogni livello sono e saranno considerate opere quali quelle edite con etichetta Vertigo (dalla DC) o alcuni one shot o miniserie prestige (una a caso, Marvels di Kurt Busiek e Alex Ross) dalla Marvel e ben difficilmente singoli albi delle serie regolari supereroistiche. Eppure una storia non prettamente originale come questa riflette a pieno la linea editoriale della Marvel ma anche la padronanza degli strumenti narrativi da parte degli autori consegnandoci un prodotto molto godibile e reso ulteriormente appetibile dal formato di miniserie autoconclusiva.
La mini, soprattutto nella versione “hardcover” (o magari attendendo la softcover), acquistata tramite rivenditori che ne scontano adeguatamente il prezzo iniziale, ha un suo fascino antico, fatto da storie scritte da professionisti dell’entertainment assolutamente padroni dello strumento narrativo (pur se limitato) e, in questo caso, disegnate da nuove leve che al tempo stesso coniugano affetto e omaggio al classico fumetto supereroistico con moderne e buone professionalità e originalità artistiche.
Abbiamo parlato di:
Captain America: Forever Allies (miniserie di 4 al momento inedita in Italia)
Nella versione hardcover
Roger Stern, Nick Dragotta, Marco Santucci, Patrick Piazzalunga
Marvel, Maggio 2011
184 pagine, Cartonato, Colore – 24,99 us$
ISBN-13: 978-0785153245
Riferimenti:
Sito di Marco Santucci: www.marcosantucciart.com
Sito di Nick Dragotta: www.nickdragotta.com
Intervista a Roger Stern: www.comicbookresources.com/?page=article&id=26840
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