Dylan Dog, il film: in sala con Paola Barbato

Il film di Dylan Dog è un prodotto di entertainment che ha il compito di tradurre in celluloide un personaggio a fumetti realizzato in Italia. Può essere che per un lettore di Dylan Dog affrontare questo film con tranquillità senza caricarlo di troppe aspettative sia impresa impossibile?
Per un lettore non occasionale e soprattutto per un lettore della prima ora sì, è impossibile. Se si conosce il personaggio è impossibile, proprio perché la fortuna della serie è dovuta alla caratura umana del personaggio. Nessun film potrebbe mai soddisfare appieno le aspettative di ciascuno.

Alla luce degli enormi problemi di trasposizione che ci sono fra un fumetto che è stato scritto da decine di autori e realizzato in centinaia  di volumi autoconclusivi, per un lettore di Dylan Dog che peso pensi abbiano le divergenze dal fumetto nel giudizio del film?
Ogni numero che esce in edicola comporta una levata di scudi delle varie frange di lettori. Gli “sclaviani” che vorrebbero che tutti scrivessero come lo Sclavi del 1986, i “chiaverottiani” che trovano tutte le storie recenti “fuori serie“, i puristi dello splatter che lo vedono edulcorato eccetera. Figuriamoci poi se esce un film, anche fosse fedele fino all’esasperazione a un numero ben preciso della serie ci sarebbero sempre dei lettori insoddisfatti. Anche premesso che la trasposizione perfetta è impossibile da realizzare.

Narrativa e fumetti sono bacini importanti di soggetti e personaggi per il cinema nostrano; in generale quanto pensi possa essere possibile (tutto considerato) un passaggio indolore da un mezzo all’altro?
Indolore mai. E non solo per il cinema nostrano (dal punto di vista quasi esclusivamente letterario) ma anche per le major hollywoodiane. Io ancora oggi non perdono a Kubrick il suo “Shining”, totalmente infedele allo spirito dei personaggi di King (pur essendo un gran film). Il nostro cinema cannibalizza moltissimi romanzi, ma in alcuni casi la resa del film nobilita un testo magari non brillantissimo (non faccio nomi).

Da spettatrice sopporti più facilmente, nella trasposizione, un tradimento all’originale nella forma o nella sostanza?
Forma, forma, per carità. Se Dylan invece di un maggiolino bianco ne guida uno scuro poco cambia. Se Dylan guidasse una Lamborghini allora sì. Perché non è nel suo carattere. Un Dylan vestito con jeans, giacca nera e camicia rossa che parla come Rambo è mille volte peggio di un Dylan in smoking che si comporta da Dylan. Il rispetto per il personaggio è fondamentale, poi la resa esterna può cambiare, pace.

In centinaia di storie di Dylan Dog si sono delineate (oltre all’interpretazione del papà Sclavi…) varie interpretazioni del personaggio a seconda della sensibilità dell’autore che lo realizzava. Nel film hai “sentito” in qualche punto una vicinanza al tuo Dylan?
No. E non ho altro da dire su questa faccenda.

Prescindendo dalla qualità del film è partita una levata di scudi “integralista” (lo diciamo con simpatia nei confronti dei fan, ovviamente) tesa a boicottarlo a prescindere, magari a causa dell’ambientazione a New Orleans (o di altre “variazioni” magari dovute a problemi di diritti, leggasi maggiolone, Groucho…). Anche se ambientato a Londra (tanto per fare un esempio) avremmo avuto centinaia di fan arrabbiati per un altro motivo, non credi?

No, non credo. L’assenza di Groucho posso anche capirla, la presenza di un assistente diverso no. E non credo che ambientare a Londra la vicenda sarebbe stato terribilmente dispendioso. L’esempio del maggiolone calza: hanno cambiato il colore per i diritti della Disney su Herbie? Va bene, ma pur sempre di maggiolone si trattava. Non potevano usare Groucho? Ok, allora meglio nessuno. I loro cambiamenti in questo senso, invece, andavano contro il personaggio, la serie, il concetto proprio di “Dylan Dog”. L’America? E da quando, l’America? Non mi dicano che Londra era una location costosa per una produzione simile, dai. Londra si può ricostruire, si può dissimulare. Fai due riprese nella Londra vera e poi scegli un ambiente americano simile. Questo film non presenta nessuno sforzo di “entrare” nell’atmosfera del fumetto. Metterci un nome e due cose esteriori non basta. Fai dell’altro. Io so quanto i fan di Dylan possano essere estremi, ma in questo caso le premesse erano proprio negative negative.

Parliamo di una produzione americana: pensi che il puntare a un bacino di pubblico molto più vasto dell’Italia che va al cinema sia “giusta causa” delle licenze prese in sede di soggetto/sceneggiatura del film?
No. Dylan non è Italiano, è inglese. Le sue vicende sono universali, non legate alla nostra cultura. E dalla serie si potevano estrapolare una miriade di tematiche perfettamente allineate con i gusti d’oltreoceano. Quindi non si nascondano dietro un dito: non c’era la volontà di fare un film ben costruito. E infatti il più grande difetto del film è l’essere sciatto. Dialoghi posticci e inefficaci, script debole e telefonato. Nessuna buona volontà.

Io ho la sensazione netta che questo film sarà visto al 90% da persone che non hanno mai letto un albo di Dylan Dog. Riesci a immaginare cosa penseresti di questo film se non avessi conosciuto (e convissuto con lui per anni) Dylan?
Che è un filmetto scritto male e recitato peggio. E che non mi farebbe venire nessuna voglia di leggere il fumetto da cui è stato tratto. Sono sincera. Ho visto diversi film tratti da fumetti che non avevo mai letto. Alcune volte il fumetto l’ho preso, altre no. Dipende da quanto bene sia stato fatto il film. Lo stesso vale per i romanzi. Un buon lavoro è buono a prescindere dalla sua origine. E questo film non è un buon lavoro.

Quanto pensi, laddove già online probabilmente si è potuto tastare il polso abbastanza rapidamente, siano delusi dalla trasposizione gli appassionati lettori di Dylan Dog?
Le aspettative erano talmente basse che credo che la maggior parte di loro sia andata al cinema senza sperarci. Quindi saranno rimasti delusi ma non erano impreparati. Piuttosto ora ci sarà una rivalutazione di massa di “Dellamorte Dellamore“, fino ad oggi considerato abbastanza male dagli appassionati di Dylan Dog (sebbene il protagonista non sia lui, pur avendo molti punti in comune).

Sopraggiunti problemi d’età per il perfetto Rupert Everett, il tuo Dylan cinematografico era ed è Adrien Brody. Che effetto ti ha fatto invece vedere Dylan interpretato dall’ex Superman (ammesso tu abbia visto Superman Returns)?
L’ho visto, e allora avevo ritenuto che il paragone con Christopher Reeve reggesse. Non sono invece riuscita a paragonarlo a Everett perchè semplicemente non mi è sembrato Dylan nemmeno per un attimo. Era Superman vestito con jeans, camicia rossa e giacca nera. Mancava la cabina telefonica, questo sì.

Dyd "vittima" della celluloide nel manifesto del "DD Horror Fest"

Dylan è protagonista della scena fumettistica italiana da oltre un ventennio. Un eroe anomalo che non fa mistero delle sue paure e delle sue debolezze, un personaggio pieno di interessi e ricco di sfaccettature. Quante di queste cose si possono ritrovare nel film a tuo giudizio?
Ma per favore! Non basta mettere in mano a un tizio un clarinetto e un galeone striminzito per farne un uomo dall’immenso panorama interiore come Dylan. Dov’era lo struggimento, l’autoironia, la malinconia, la tenerezza? Dov’erano la curiosità, l’amore per l’ignoto, i libri, il cinema? Via, via, via.

Se in futuro dovessero chiederti di collaborare con la stesura delle sceneggiatura di un nuovo film di Dylan accetteresti? Porresti delle  condizioni per te irrinunciabili rispetto alla storia e ai personaggi?
Da quando in qua io posso dettare condizioni su qualcosa? Comunque accetterei, certo, e PROVEREI a fare qualcosa, a dare il mio apporto, a mettere quel che posso di Dylan nella storia. Ci proverei, come no. Voglio bene a Dylan Dog, ma sul serio.

Il tuo amico Dylan, che ha il merito di averti fatto appassionare ai fumetti con la sua capacità di sorprenderti sempre e farti sorridere e pensare, andrebbe a vedere il film che porta il suo nome? Cosa penserebbe dei personaggi e dell’intreccio? Potrebbe essere un soggetto per un albo? D’altronde, Julia, se non ricordo male nel suo universo ha un telefilm a lei ispirato…
Premetto che leggevo i fumetti molto prima di conoscere Dylan, dopo di che credo di sì, credo che Dylan andrebbe a vedersi. Non per narcisismo, ma per curiosità. Si arrabbierebbe, rifiuterebbe di andare al cinema, resterebbe ore davanti all’ingresso senza entrare ma alla fine lo vedrebbe. La curiosità lo ha sempre salvato dal grigiore della vita. Ma, a differenza di Julia, Dylan non è abbastanza benvoluto dal suo universo perché si faccia un film su di lui. In un film gli farebbero fare il cattivo, oppure sarebbe un film denigratorio. Lui, agli occhi del “suo” mondo non è un eroe.

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