In primis direi di affrontare rapidamente il concetto di fanzine. Puoi indicarci le origini in Italia e quali sono stati i primi generi?
Premetto che le ricerche e gli studi relativi all’ambito non sono state effettuate, per forza maggiore, in modo esaustivo e approfondito; fino ad ora si è sempre operato a livello di volontariato. Quindi, al momento posso affermare che la storia dell’editoria fanzinara italiana è ancora in fase di realizzazione. Però alcuni punti fondamentali di questa storia sono già presenti ed esistono valide basi per muoversi in tal proposito. Negli anni ’50 in Italia compare il termine, con relativo concetto, di “fanzine” importato dall’estero, forse attraverso le pubblicazioni degli alleati arrivati qualche anno prima. In America la storia fanzinara prende avvio alla fine degli anni ’20, mentre in Italia si può considerare che il notevole ritardo alla loro nascita sia imputabile ai divieti della dittatura del periodo, il MinCulPop, l’autarchia, ecc. I primi temi affrontati, ovvero ambiti della passione di questi pionieri fanzinari, sono la letteratura e la fantascienza.
È esistito in Italia un periodo “d’oro” della fanzine? Soprattutto di che argomento trattavano durante questo boom?
Per l’impostazione di ricerca/studio che seguo, sono propenso ad evidenziare “generazioni” piuttosto che periodi. Dalle ricerche effettuate si può dire che ogni generazione ha avuto e dato, in modo diverso, il meglio di se… Il termine “periodi d’oro” calza a tutte le generazioni fanzinare che si sono susseguite, in ognuna di esse vi sono stati prodotti e proposte notevoli e valide.
Sono stati sempre proposti tutti gli argomenti esistenti nei determinati periodi generazionali, le uniche modifiche erano relative ai cambiamenti sociali e di costume.
Raccontaci della tua passione per l’argomento e di come ti è venuta l’idea di iniziare a raccoglierne fino a pensare di crearne una biblioteca.
Io son stato e ancora sono un fanzinaro, appassionato dell’ambito fumettistico (la mia collezione era di circa 7.000 pezzi). Negli anno ’80 ho iniziato a realizzare le mie testate fanzinare ed è stata proprio grazie a questa voglia di fare, di comunicare e di cercare un confronto con altri che gradualmente è nato in me il desiderio di conoscere meglio questo mondo editoriale. Ho tentato di rintracciare pubblicazioni e testi che fossero in grado di dare risposte alle mie domande ma ho dovuto prendere nota che in circolazione non vi era nulla di utile allo scopo; pertanto mi sono detto che se non vi erano testi relativi a questo, avrei potuto scriverli io, così è iniziato tutto. Lo spunto principale che, in seguito, ha dato corpo all’Archivio Nazionale Fanzine Italiane è stato il lavoro per il primo, e ancora unico, Catalogo delle fanzine italiane (ed. Stampa Alternativa, Roma, 1998), grazie al quale mi furono inviate una miriade di testate, collezioni intere e anche fanzine chiuse da anni… tutte queste, con il materiale già in possesso e con ulteriori pezzi, dell’amico Michele Mordente, diedero inizio a questo percorso. Nel ’99 l’Archivio, nel 2005 l’associazione Fanzine Italiane, nel 2010 la Fanzinoteca… un’azione continua e lineare, al punto di arrivare, con i tempi necessari, alla costituzione di una struttura ancora mancante nel nostro Paese.
Pensi che oltre alla fanzinoteca fisica un domani sarà possibile averne una virtuale consultabile via internet?
La Fanzinoteca virtuale già esiste da anni, una vetrina che periodicamente aggiornata propone agli interessati tutte le ultime uscite della produzione editoria fanzinara italiana, ed è proprio grazie ad essa nel 2009 ho partecipato in veste di portavoce italiano al “Primo incontro internazionale della Fanzinoteche mondiali” tenutosi in Francia. Mentre per consultare, quindi sfogliare le varie testate, una sezione del sito è dedicata a questo servizio e dal quale si può gratuitamente scaricare le fanzine in pdf. Altra cosa è un discorso più mirato, rendere digitalizzato e fruibile l’Archivio è uno degli scopi con la quale abbiamo iniziato il percorso della Fanzinoteca, tale progetto sarà fattibile solo nel momento che si potranno avere il tempo e le energie necessarie per poterlo mettere in atto.
Quale valore e messaggio ti fa piacere rintracciare nel “movimento” fanzinaro?
Se me lo permetti, non trovo valido il termine “movimento”, penso che sia un po’ come cercare di definire diversamente una concreta e reale realtà ben definita, suona come “movimento libraio”, oppure “movimento edicolante” che personalmente trovo stonato come tanti altri termini che i laureandi cercano di affibbiare solo perché letto in un sito e sentito in una canzone. Per tornare alla tua domanda, il valore e messaggio che mi fa piacere rintracciare nella produzione dell’editoria fanzinara italiana si ricollega agli inizi di questo percorso, quando usavo uno slogan “Fanzine come bandiera, fanzine come concetto sociale”; oggi a distanza di oltre 20 anni, direi che è ancora più che valido. Una bandiera intesa come identificazione simbolica da sventolare, sempre e comunque, come fanno all’estero, concetto sociale inteso come comprendere la società e viverla attivamente. Valori che, nel corso degli anni, ho avuto modo di approfondire nei loro vari aspetti, il messaggio che ogni fanzinaro grida alla società è forte e chiaro, “io sono qui!”.
Parliamo di fumetto. Da quel che hai riscontrato, quali sono state le prime fanzine in Italia? Anche qui, il periodo “d’oro” quanto è durato?
Per il fumetto, come per gli altri ambiti, i dati si rifanno ai testi che si son scritti fino ad ora; così si scopre che la prima fanzine di fantascienza Futuria non fu veramente la prima, come che la testata della prima, per i dati attuali, fanzine di fumetto non è Comics Club 104 ma, bensì, Comics realizzata dal Comics Club 104. Senza ombra di dubbio Alfredo Castelli, con tantissimi altri nomi oggi illustri, è stato un pioniere di questa editoria, anche se negli anni precedenti alla nascita della testata fanzinara fumettistica, tante altre fanzine avevano al loro interno uno spazio relativo al fumetto.
In quanto al periodo d’oro, direi che dura tutt’ora; se si pensa che negli anni ’60 le testate fanzinare dedicate al fumetto erano meno delle dita di una mano, non mi pare di poterlo considerare un buon periodo, mentre col tempo gradualmente si sono ampliate ed evolute. Oggi l’editoria fanzinara fumettistica propone una notevole quantità di testate… senza alcun dubbio è un buon periodo.
Riesci a darci qualche numero (numeri editi, copie distribuite)?
Un tentativo del genere è stato attuato alcuni anni fa attraverso i calcoli del materiale ricevuto dall’Archivio; si trattava, comunque, di una statistica troppo limitata, se si considera che al momento attuale la produzione può essere divisa in testate di quartiere, testate cittadine, testate provinciali, testate regionali, testate nazionali e testate internazionali, tutto contraddistinte da una diversa produzione di pezzi. A ogni buon modo, a questa domanda sono sempre propenso ad affermare che, sebbene sia impossibile dimostrarlo, un migliaio di testate (relative a tutti i generi), sono una cifra accettabile, considerando che in questo momento non poche stanno chiudendo e altre tante, in diversi luoghi stanno aprendo.
Ovviamente il fenomeno fanzine (almeno per quel che riguarda l’argomento fumetto) è andato scemando fino quasi a scomparire. Che numeri indicheresti per descrivere quel che resta oggi?
Un’editoria vera e propria non è riconducibile al termine fenomeno, un po’ come voler definire la rete il “fenomeno internet”. In questo caso, se si desidera osservare la produzione dell’editoria fanzinara fumettistica italiana, l’attuale generazione vede prodotte tantissime testate, più o meno come nelle precedenti generazioni, dimostrando che non c’è stato assolutamente nessun drastico calo; anzi, con l’aiuto delle tecnologie, proprio negli ultimi anni la crescita esponenziale è aumentata, la semplificazione di fare e proporsi spinge molti a gettarsi nell’editoria fanzinara, anche se non sempre questo agire è del tutto positivo. Per tornare ai numeri, e ricollegandomi alla risposta precedente, nulla di assodato: sono personalmente dell’opinione che un centinaio di fanzine fumettistiche siano attualmente realizzate.
Quali sono i motivi della fine delle fanzine dedicate ai fumetti e, se esiste, un motivo valido perché siano ancora in vita…
Questa è una domanda a cui è difficile rispondere, considerando che la fine delle fanzine dedicate ai fumetti non vi è mai stata. L’editoria fanzinara ha un suo percorso, partito negli anni ’50, che di anno in anno ha visto il mutare di “generazioni” sia a livello di età, sia a livello di contenuti, sia a livello di prodotto e produzione. Dall’inizio ad oggi non vi è mai stato un momento di assenza, neppure minimo, da poter far presagire una fine di tale produzione. La Fanzinoteca opera anche per questo motivo, rendere noti i vari numeri e testate che si sono realizzate. Il motivo valido che le spinge questa editoria ad essere ancora attiva e dinamica, ad oltre 60 anni di nascita, è legato allo stesso motivo che spinse il primo fanzinaro italiano a realizzare la sua fanzine di fumetto. Si possono, in seguito, enumerare anche i vari stimoli sociali, culturali, tecnologici, economici, ecc. che di generazione in generazione hanno generato, in un modo o nell’altro, l’incentivo per mutare i contenuti e il contenitore.
La fanzine dedicata ai fumetti era, a cavallo degli anni ’90, l’unico strumento non professionale per un autore di fumetti per promuovere i propri lavori; oggi chiaramente questo è stato soppiantato dal contatto diretto (molto facile) con gli editori e con la possibilità di promozionare i propri lavori su internet…
Sì, e se me lo permetti aggiungerei anche con l’autoproduzione di proprie testate, cosa che nulla ha che vedere con l’autoproduzione di fanzine. Ma per tornare ai discorsi precedenti, ancora oggi ci sono molte testate che permettono agli appassionati di avere una “palestra” e, perché no?, un trampolino di lancio come è successo a tanti altri ex-fanzinari oggi professionisti del settore.
É vero che le semplificazioni tecnologiche hanno permesso a chiunque di gettarsi nella mischia; solo pochi anni fa in Italia la striscia fumettistica, eccetto rarissimi casi, non vantava alcuna attenzione, mentre al momento con l’uso di programmi adeguati e del supporto in rete ha preso piede considerevolmente, vi sono tantissimi giovani autori che si cimentano nella realizzazione di strisce ad uso del proprio spazio internet. Comunque, le fanzine persistono e si possono trovare ancora validi autori che, chissà, potranno essere i fumettisti di domani.
Sei in grado di mettere giù una lista anche sommaria di collaboratori della fanzine italiane degli anni ’90 che lavorano nel campo dei fumetti a livello professionistico (editoriale)?
Una lista? Iniziamo ora e finiremo… mai! Ogni giorno si scopre un ex-fanzinaro e, cosa peggiore, alcuni di loro non comprendendo la grande possibilità che hanno avuto e l’utilità che ne hanno tratto: si vergognano ad affermare di esserlo stati. Comunque, se pensi possa servire, diciamo che per fare una lista abbastanza valida bisognerebbe attivare una, seppur minima, ricerca… questo anche perché alcuni nominativi sono legati alla produzione fanzinara degli anni ’80; servirebbe un po’ di tempo per definirli e posizionarli periodicamente… Me posso citare una decina e forse più ma sono solamente quelli che ho conosciuto di persona.
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Riferimenti:
Fanzinoteca: www.fanzinoteca.it – fanzinoteca@fanzineitaliane.it
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