Dietro la copertina non precisamente entusiasmante di Enea Riboldi (che colpevolmente non prende come spunto il bel prologo ambientato durante la Grande Guerra) si svela un soggetto non banale ma ben scandito nella sceneggiatura e negli stacchi flasback/presente come nella migliore tradizione della serie dedicata al Dampyr, Harlan Draka. Luigi Mignacco,
funambolico autore in grado di scrivere per quasi tutti i personaggi bonelliani, è l’abile nocchiero che ci traghetta dalla Prima Guerra Mondiale ai giorni nostri con sapienza e arguzia e finale, finalmente, a sorpresa. Resta solo da aggiungere che i disegni di Alessandro Bocci sono un piatto fin troppo delizioso per un fumetto “popolare”. L’autore, di per sé bravissimo, non disdegna di impegnarsi in maniera maniacale, precisa, attenta, sempre varia e mai banale in ogni tavola, mostrando grandi doti espressive nei volti dei protagonisti quanto la bravura nel dettagliare qualsiasi scenario, luogo, interno. Se vi sembra ancora poco, menzione d’onore per le prime trentacinque tavole: qualsiasi rappresentazione delle sequenze aeree di guerra precedente (come Enemy Ace o Phantom Eagle… e parliamo di signori disegnatori) è come un quattordici pollici in bianco e nero con tubo catodico a confronto con un cinema in 3D. Più che consigliato, obbligato.
Abbiamo parlato di:
Dampyr #129 – Il tempio sull’Himalaya
Luigi Mignacco, Alessandro Bocci
Sergio Bonelli Editore, Dicembre 2010
94 pagine, brossurato, bianco e nero, 2,70€
ISBN: 9771590002002
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