Intervista a Giacomo Nanni

La storia di Lara Canepa l’ho inizialmente percepita come una storia che ha a che fare con la nascita(i protagonisti) e con la morte (Elvis). Come nasce per te l’idea del libro?
Si è sviluppata nel corso del tempo, è cresciuta con la necessità di trovare documentazione, per esempio. Inizialmente c’erano dieci tavole che ho disegnato nell’estate del 2006, ancora prima di sapere che Cronachette sarebbe diventato un libro. Era un progetto che volevo presentare a Coconino dopo “Storia di uno che andò in cerca della paura”. Le dieci tavole sono diventate il sogno di Lara Canepa, cioè uno dei capitoli del libro. È cresciuto il racconto quando ho cominciato a disegnare gli altri personaggi, Concetto, che è suo marito, e i due figli, Elisa e Vernon.
Il personaggio principale credo che sia Vernon, nel libro. Ma la miccia da cui è nato il nucleo della storia è stata l’anniversario della morte di Elvis nel 2007, un anno dopo. Ascolto Elvis da quando avevo 10 anni, il mio primo LP comprato consapevolmente era una raccolta delle sue prime incisioni per la RCA.

Diciamo che quindi la storia è cresciuta con te come autore. Attraversa un periodo piuttosto lungo della tua attività.
Sì, è cresciuta con me. Nel personaggio di Concetto ci sono cose di me. E come ti dicevo con la necessità di cercare documentazione su Elvis, è nata l’idea di Vernon che viaggia fino a Graceland.


Riguardo a quello che ti dicevo delle due grandi tematiche, qual è la tua idea? Le percepisco entrambe molto simboliche.

Giusto. L’accostamento fra i due concetti, nascita e morte ha più una valenza di base strutturale per la storia. C’è un simbolo in particolare che è importante nel libro, che ho scoperto solo dopo. Il ragno è simbolo dello psicopompo, cioè traghetta le anime nell’aldilà. Ma l’ho scoperto dopo.

Cioè lo hai creato e riconosciuto in seguito?
Sì. C’è questo ragno che costruisce cunicoli, nella storia. Il cunicolo è l’idea base, che mi ha permesso di fare viaggiare Vernon nei sogni degli altri personaggi.

Interessante. Un simbolo spontaneo. Sono convinto che quelli spontanei siano gli aspetti più interessanti di un’opera d’arte.
Bé qui di spontaneo c’è stato parecchio. Pensavo ad un cunicolo spazio temporale all’inizio, ma avrei finito con realizzare una storia di fantascienza, e non era nelle mie intenzioni creare un personaggio che fosse in grado di costruire una macchina del tempo.
Nel frattempo ho visto un film, scusa non ricordo il titolo… Quello con il coniglione: Donnie Darko.
L’idea del cunicolo spazio temporale è usata in Donnie Darko, e nel film è presentata quasi come una bizzarria, o almeno a me è parso, ma è una realtà scientifica.

Dici…? Una realtà…?
Certo, si chiama wormhole (la voce wikipedia), ne parlava anche Einstein. Perciò dico che il film banalizza, vedi che pure tu sei incredulo? (ride)

Se il vero protagonista non è Lara, è forse per questo che poi hai avuto la necessità di creare altre storie completamente diverse per il tuo blog?
Necessità non direi, però certo quel che sta sul blog non ha nulla a che fare con il libro. Le ho disegnate, sì, per concentrarmi sul personaggio in sé, astraendolo dall’idea base del libro. Perché il libro non ha un intreccio vero e proprio, ma ha un’idea base molto solida, che è quella di mostrare l’influenza della notizia dell’anniversario di Elvis e la sua probabile non-morte sui sogni dei personaggi, il che è anche un modo per conoscerli il più approfonditamente possibile, ma
tutta la quotidianità della vita di Lara è passata in secondo piano.
Nelle strisce mi sono concentrato sulla quotidianità spicciola.

Una striscia di Lara Canepa dal blog

Infatti le strisce sembrano avere attenzione anche per la quotidianità di tutti noi oltre che di Lara…
è stato implicito o voluto?
Già, è stato voluto. Ho cercato di raccontare cose che conoscevo, così, siccome non vivo completamente fuori dal mondo, è finita che nelle strisce si sono identificati in molti. Credo siano più facili del libro.

Sì, diciamo che è facile identificarsi. sì parla di lavoro e difficoltà proprie a molti.
Sì, ad essere sincero le preferisco al libro per certi versi, anche se graficamente il libro è molto meglio. Mi sono impegnato di più.

La tua attività con le vignette per il Post si è inserita perfettamente in questa tendenza. Qual è il tuo approccio per quei lavori? Devo dire che mostri uno sguardo molto interessante.
Grazie. È stata un’idea di Luca Sofri quella che mi occupassi di attualità. Poi ho scelto di attingere direttamente all’Ansa, quella è un’idea mia. Cerco di ridurre la notizia ad uno scheletro, in pratica la racconto nel modo più diretto possibile, questa è la regola che mi sono dato.

Credo ci sia molto del tuo approccio alla visione del tempo nella sequenza delle vignette. La vedo molto cinematografica, più nel senso della fotografia che della regia. Mi incuriosisce molto la cadenza che dai alle immagini. Sembra che la scelta dell’inquadratura dia il senso del tempo.
Faccio quello che un giornalista non potrà mai fare, cioè cerco di immedesimarmi il più possibile nei protagonisti della vicenda, che è reale, le immagini e il ritmo vengono di conseguenza. Mi documento molto anche sui luoghi in cui si svolgono certe storie, anche se non è specificato, quasi sempre trovi il luogo esatto. Per esempio una banca che è stata rapinata: anche se nella mia storia non menziono il luogo, la banca è proprio quella. Più difficile l’approccio con i personaggi, ma in generale non ho preclusioni. Certamente non devono assomigliare tutti a un attore americano, questa è una gran bazza. Facilita.

Sembra spesso che tu voglia suggerire una ricerca della realtà che l’immagine di una foto o della tv non potrebbero dare. Il tuo è uno sguardo trasversale sia concettualmente che graficamente.
Sì, cerco un punto di vista soggettivo, anche se sono solo quattro vignette, l’idea è quella di trasformare la notizia in un romanzo brevissimo. Non quella di fare passare un’idea di verità

Hanno quasi il ritmo di una breve poesia.
Sai che non leggo poesia contemporanea? Ho letto in passato Rimbaud, Verlaine, Lautreamont, Dino Campana, da adolescente, ma non ho le idee molto chiare in proposito. Omero anche non è male.

In realtà nemmeno io, ma forse quella alla poesia, come la musica, può essere una tendenza quasi spontanea.
È probabile. Torniamo al tema della spontaneità.

Ti andrebbe di parlarmi della tecnica che adotti per disegnare?
Di recente uso molto la tavoletta grafica, anche in Lara Canepa, per la colorazione è stata decisiva. Uso una tecnica basata su photoshop assai difficile da descrivere se non si hanno alcune basi tecniche sul funzionamento di canali e livelli. Tutte le texture utilizzate nel libro sono comunque frutto di rielaborazioni di materiale cartaceo mio, che io stesso ho disegnato. Tutti i colori sono ottenuti da sovrapposizioni di diverse texture di colore ciano e magenta. L’effetto in alcuni casi è quello del retino tipografico, ma è un retino disegnato a mano. Sono tutte disegnate a mano le texture del libro.

Per concludere, secondo te Elvis è morto per davvero?
Ahah! Secondo me: No! Ma la risposta seria è Sì. La cosa più interessante di Elvis è il patrimonio musicale che ci ha lasciato e che è riuscito a rovinare con le sue stesse mani. Sai che aveva un tale orecchio che era capace di cantare per intero una canzone dopo averla ascoltata una sola volta? È stato rovinato dal suo manager, sembra una banalità ma è così.

Secondo te un Elvis nel fumetto c’è stato?
Per la trasandatezza grafica delle ultimissime storie che ha disegnato: Hugo Pratt.

Riferimenti:
Il Blog di Giacomo Nanni: giacomonanni.blogspot.com
Il sito di Coconino Press: www.coconinopress.com
Il Post: http: www.ilpost.it
La galleria di Lara Canepa su Facebook: www.facebook.com/album.php?aid=3601&id=100001125328556&l=7a5e913661

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