Un filo rosso attraversa tutta la produzione artistica del fumettista statunitense Terry Moore. C’è qualcosa in comune fra la lunga run dell’autore sulla serie cult Strangers in Paradise, le successive Echo e Rachel Rising e SIP Kids (dove SIP sta per Strangers in Paradise), ultimo progetto realizzato in ordine di tempo e pubblicato in Italia dalla Bao Publishing.
Il volume raccoglie quattro storie complete di diciannove tavole ognuna, ambientate una per ogni stagione, e ha preceduto l’uscita dell’ultimo tomo della serie Rachel Rising (il settimo) con cui i tipi di Bao hanno quasi del tutto coperto l’opera omnia dell’autore.
Il filo rosso di cui si parlava è, banalmente, la capacità di comprendere e raccontare l’animo umano, riuscendo a dipingerlo nei contesti e nei generi narrativi più diversi.
In SIP Kids, Moore, da autore completo, prova a calarsi in un nuovo contesto, omaggiando in maniera palese e dichiarata le storie dei Peanuts di Charles Schultz.
Già in uno dei primi albi di Strangers in Paradise l’autore aveva rappresentato come bambini i personaggi principali della serie, i poco più che ventenni David, Francine e Katchoo, in un inserto onirico che aveva divertito in primis l’autore stesso.
Molti anni dopo la chiusura della serie, e con diverse altre esperienze seriali alle spalle, quel seme lanciato ha germogliato in SIP Kids che utilizza, in una sorta di rilettura ultimate (per chi mastica i supereroi): i personaggi conservando le loro caratteristiche principali ma cambiando gran parte del contesto e, soprattutto, le loro età.
L’omaggio dichiarato non è oltraggioso grazie a quel filo rosso che permette a Moore di gestire le piccole situazioni nelle quali si trovano i bambini, dalla notte di Halloween alla partita di calcio.
Anche da un punto di vista grafico il disegno e lo stile dell’autore non sono lontani da quello visto in precedenza; ci sono una coerenza e omogeneità (a confronto con la lunghissima saga originale di SIP che è durata anni) e anche una sicurezza nel tratto e nelle ambientazioni, segno ormai distintivo che esalta le capacità di Moore.
Quasi tutte le tavole hanno un epilogo diverte che pesca alternativamente nel genere slapstick, nei tormentoni tipici delle gag comiche o nelle fulminanti battute dei personaggi. Inoltre vi sono molte gag e riferimenti cross mediali che denotano una discreta verve ironica e anche critica nei confronti della società contemporanea (un esempio su tutti la madre di Francine che per offendere Katchoo la chiama “Kardashian”).
In questo modo l’autore ripercorre le strade che hanno portato al successo la serie “adulta” visto che ne utilizza i personaggi e i loro caratteri con tanto di difetti evidenziati alla massima potenza; questo indipendentemente, poi, dall’aver o meno conosciuto le versioni adulte, con un risultato che è leggibile e godibile allo stesso modo che si sia letto o meno la serie precedente.
Seppur giocando, infatti, con sentimenti e situazioni perfettamente apprezzabili da un pubblico adulto, SIP Kids resta una lettura rapida e gradevole. Un libro efficace anche se letto da un bambino, sicuramente in grado di poterne afferrare le gag e i tormentoni che da subito caratterizzano i personaggi e li rendono immediatamente familiari e simpatici.
La scorrevolezza del racconto, sommata alla lunghezza standard di un albo a fumetti formato comic book statunitense, rende il volume una lettura veloce, forse addirittura fin troppo rapida per un lettore medio italiano, abituato magari a tempi di lettura diversi. In compenso, però, alla chiusura del volume resta un sorriso sulle labbra e un senso di leggerezza nella sua accezione più positiva che bilancia la (relativa) lunghezza con una buona qualità.
Abbiamo parlato di:
Sip Kids
Terry Moore
Traduzione di Leonardo Favia
Bao Publishing, 2015
96 pagine, cartonato, colori – € 17,00
ISBN: 9788865436622
Terry Moore su LSB:
Recensione di Strangers in Paradise
Recensione di Echo
Recensione di Rachel Rising
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