Abbiamo più volte parlato di Matteo Casali e delle sue molte imprese fumettistiche, ultima delle quali appena conclusasi, quel Batman: Europa nel quale fa viaggiare l’uomo pipistrello per le maggiori capitali europee.
Insieme ad Alessandro Apreda ha fondato il progetto editoriale RADIUM destinato a realizzare fumetti inediti di “altissimo livello” (riportiamo le parole testuali sul sito dell’editore).
Quebrada è uno dei progetti completati tramite crowdfunding il cui successo ha consentito parallelamente un recupero della prima serie di storie già realizzate ed edite in precedenza.
L’editore reggiano saldaPress ha dato il via alla ristampa del primo ciclo di storie in un volume edito dalla stessa casa editrice, con due copertine diverse e una storia inedita al suo interno, disegnata per l’occasione da Matteo Scalera.
Si tratta di storie brevi disegnate da autori sovente agli antipodi per stile e approccio al disegno, eppure la raccolta in un bel volume brossurato con alette rende questo libro un’antologia varia e completa.
Questo primo arco di storie è uno dei lavori di Matteo Casali della fine degli anni Novanta pubblicato per l’etichetta indipendente Innocent Victim e poi raccolta in volume dalla Edizioni BD. Quebrada era partito per essere una serie a puntate da pubblicare sulla rivista Heavvy Metal, quasi interamente scritta dallo stesso Casali, nella quale vengono narrate le vicende dei lottatori mascherati messicani della “luche libre”.
La riedizione in volume, prologo al secondo albo di storie inedite disegnate da Michele Bertilorenzi, mostra in prima battuta una omogenea disomogeneità: a parte la scrittura, sempre di Casali, a parte il capitolo 11 che vede la partecipazione di Giuseppe Bazzani alla sceneggiatura.
Sono infatti l’ambientazione comune, i personaggi ricorrenti e la buona grafica e impaginazione delle storie a rendere il prodotto facilmente fruibile senza accusare troppo i cambi di disegnatore. Nel volume troviamo storie di tre lustri fa realizzate da autori oggi un po’ fuori dal giro delle pubblicazioni che contano come Armando Rossi o da altri che attualmente sono fra i top players del settore come Lorenzo Ruggiero e Andrea Accardi, per nominarne solo due, fino al caso di Fabio D’Auria, all’epoca solo colorista e oggi solo disegnatore.
A parte l’episodio disegnato da Luca Bertelè, dal tratto cartoonesco dichiarato già nel titolo stesso, tutti i disegni cercano di supportare la scrittura cruda e il contesto ancor più crudo in cui si muovono i lottatori.
Oltre a quelli già citati gli altri presenti, da Giuseppe Camuncoli a Grazia Loboccaro, da Mirko Grisendi a Stefano Tirelli, da Stefano Landini a Werther Dell’Edera, non regalano alcun disegno aggraziato al lettore, lo colpiscono duro e senza alcuna mistificazione, come in un vero incontro di lucha libre.
Su tutti, non ce ne voglia nessuno, mi piace mettere Antonio Fuso: nel capitolo 2 (Espacio Azul) plasticamente disegna e colora un redde rationem conciso quanto violento; ma è soprattutto nel capitolo 11, in un bianco e nero con inserti rossi, che ci consegna, nel raccontare una storia interamente ambientata all’interno di un’automobile, una versione spigolosa e squadrata che fa dell’essenzialità il suo punto di forza.
Menzione speciale per il capitolo inedito di Matto Scalera, da anni ormai pubblicato con frequenza in USA, con i colori di Claudia Palescandolo: un bagno di puro fumetto supereroistico a colori del nuovo millennio in un contesto così indie e alternativo come gran parte del resto del volume.
La raccolta non sembra sentire il peso degli anni passati dalla realizzazione visto che l’approccio per nulla mainstream che si utilizzò all’epoca teneva il progetto lontano dalle mode narrative o grafiche del tempo.
Dicevamo, lotta libera, maschere, violenza e Messico nelle storie raccolte, ma non solo. Ci sono secondi livelli di lettura facilmente interpretabili che sono già stati più volte spiegati anche dallo stesso autore e creatore della serie. Le maschere dei lottatori, in prima battuta, chiaramente sono altro che semplici pezzi di stoffa che coprono le fattezze dei lottatori: indossarle vuol dire diventare altro e diventarlo per sempre.
Un lottatore mascherato in un contesto sociale disastrato che lo elegge come simbolo e sfogo di frustrazione e miseria è il raggiungimento di uno status sociale elitario. Al pari di quello che poteva essere la boxe nella prima metà del ventesimo secolo negli Stati Uniti, la lotta libera diventa un momento di rivincita e di trasformazione.
Qui, nei testi di Casali e nelle interpretazioni dei tanti disegnatori, ogni maschera rappresenta qualcosa di diverso; ogni personaggio è fortemente caratterizzato e apre scenari interessanti per racconti futuri.
La struttura particolare di queste storie brevi, non molto utilizzata in Italia, ci consegna spaccati rapidi, incisivi come la prosa e la narrazione di Casali, che non si preoccupano di perdersi in spiegazioni lunghe; sovente entriamo in medias res e riusciamo comunque a capire immediatamente cosa sta accadendo.
Un esercizio di stile interessante che fa da prologo alle nuove storie che comporranno il volume secondo di questa collana, in uscita in questo 2016.
Abbiamo parlato di:
Quebrada Vol. 1 ‒ La città delle maschere
Matteo Casali e AA.VV.
saldaPress, 2015
144 pagine, brossurato, colori – 12,90 €
ISBN: 9788869190568
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