Lo sfruttamento dei personaggi e delle storie su più piattaforme mediatiche è ormai un elemento dell’entertainment che va studiato con attenzione perché dà vita a stranissimi cortocircuiti.
Per esempio fa sorridere prendere un fumetto della Marvel Comics, Thor per esempio, con un venduto mensile sulle 70.000 copie e vedere sul retro la pubblicità di un film come Thor: The Dark World che in 4 settimane negli Usa ha raccolto incassi per 185 milioni di dollari.
Fa sorridere per la sproporzione di un fumetto così poco venduto usato per far da veicolo pubblicitario per un film che lo surclassa in termini di incassi ma soprattutto di utenti raggiunti.
Forse è lo stesso caso della serie a fumetti Assassin’s Creed, pubblicata in Italia da Mondadori Comics nella collana Fantastica e originariamente edita in Francia a partire dal 2009 dalla Les Deux Royaumes. Scritta dal poliedrico quanto prolifico Éric Corbeyran e disegnata da Djillali Defali, prende il via poco dopo l’uscita del 2007 dell’omonimo gioco realizzato dalla Ubisoft Montreal, filiale canadese della Ubisoft (francese) per Playstation, Xbox 360 e personal computer.
Si tratta di un gioco uscito da allora in diverse edizioni e che deve il suo enorme successo, più che alla buona realizzazione in termini di giocabilità e alla grafica, all’idea, all’ambientazione storica di ogni episodio e soprattutto alla parte narrativa.
Per successo parliamo, con una stima sommaria e arrotondata per difetto, di un qualcosa come cento milioni di giochi venduti per un giro d’affari che, volendo paragonarlo al fumetto, è 50 volte (cinquanta…) quello di tutti i fumetti pubblicati in Usa su Batman durante lo stesso periodo dal 2007 ad oggi.
Successo che si è riversato anche nella narrativa, con i romanzi del saggista britannico Antoni Gil (sotto pseudonimo Oliver Bowden) e, come in questo caso, nel fumetto.
Un prodotto come Assassin’s Creed diventa quindi un marchio vincente che editori non appartenenti ai grandi gruppi (Sony, Warner Bros, Marvel/Disney), che detengono i diritti delle maggiori proprietà intellettuali, giustamente cercano di sfruttare al massimo in ogni direzione.
Nel volume Mondadori Comics sono raccolti i primi tre albi della serie.
L’intreccio narrativo si basa su un concetto attualmente in contrasto con quanto ci dice la scienza: nel DNA umano sarebbero presenti i ricordi dei nostri antenati. Per questo motivo il signor nessuno Desmond Miles, barista di Parigi, viene rapito e sottoposto ad una procedura speciale che consiste nell’essere scannerizzato da un macchinario (l’Animus) in grado di ripescare dal suo DNA i ricordi degli antenati mostrandoli all’esterno e, contestualmente, facendoli rivivere a Il nostro protagonista, discendente di un membro della Setta degli Assassini, è la chiave per ritrovare un artefatto necessario ai suoi rapitori per instaurare una sorta di oligarchia con a capo del pianeta i discendenti degli antichi Templari.
La trama è lineare, anche se non manca di infittirsi quando le azioni degli avi del protagnoista danno vita a nuovi intrecci, e permette agli autori di ambientare l’azione in varie epoche così come accade nei vari episodi del videogioco, dalle Crociate all’Inghilterra Vittoriana. Virtualmente un percorso infinito che potrebbe essere declinato in ogni contesto storico dal 1190 ad oggi e in ogni parte del mondo. Questo attraversare paesi esotici e periodi storici diversi ha certo un discreto appeal per i lettori d’Oltralpe, da sempre molto interessati ai fumetti ambientati nel passato.
Ma se lo studio delle location e dei contesti storici (costumi, usi, armi, etc) sono spettacolari nel videogioco (di seguito i trailer che vi possono dare un’idea del prodotto) il fumetto sembra dal punto di vista grafico mostrare un po’ la corda e restare indietro in termini di qualità.
https://www.youtube.com/watch?v=iFJ-0lknYcc
Il disegno non è convincente e si notano indecisioni sia nell’anatomia sia nelle prospettive; il tratto di Djillali Defali non è pienamente realistico e non fa utilizzo di riferimenti fotografici (come sovente accade nei cartonati francesi). La colorazione è un po’ cupa e sembra annebbiare le tavole piuttosto che esaltarle.
La narrazione invece è molto chiara, utilizza come canovaccio la storia narrata nel videogioco, raccontando subito pertanto il necessario a comprendere quando accade in seguito nel continuo avanti e indietro nel tempo del nostro personaggio.
Purtroppo, le parti di raccordo tra le varie avventure degli antenati di Desmond sono preponderanti rispetto alle avventure stesse, quelle che rappresentano invece il vero fulcro del videogioco: una maggiore frequenza di scene di azione avrebbe dato più ritmo e più vigore al racconto.
In definitiva un fumetto che non convince appieno nella sua parte grafica ma che permette comunque di seguire un racconto lineare e avvincente che attraversa diversi secoli e che ancora deve giungere a compimento nella sua edizione originale francese.
Abbiamo parlato di:
Assassin’s Creed – Ciclo Primo: Desmond
Corbeyran, Djillali Defali
Traduzione di Davide G.G. Caci
Mondadori, novembre 2015 – Collana Fantastica #21
144 pagine, cartonato, colori – 14,99 €
ISBN: 9788869262388
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.