Press play on tape

Metà degli anni ottanta; gli adolescenti dell’epoca sicuramente riconoscono la schermata riportata a fianco con un cursore lampeggiante. La generazione nata dopo il 1990, invece, probabilmente non ha alcuna idea di cosa sia, come non può sapere cosa significhi il titolo di questo articolo: Press play on tape.
Parliamo per un momento ai secondi (i primi queste cose già le s
anno) per un piccolo e nostalgico preambolo naif per introdurre l’argomento del giorno: l’iPad.
La schermata è quella di apertura che si vedeva all’accensione del Commodore 64; il primo home computer che un ragazzino potesse avere in casa. Si collegava al televisore ed aveva a supporto un registratore a cassette nel quale si inserivano normali musicassette a nastro (anche quelle quasi scomparse) dalle quali si scaricavano i programmi: per partire con questi programmi (anche per far partire i giochi), appunto, bisognava premere play sul registratore, come ammoniva il video. Minuti interminabili per far sì che si potesse accedere al gioco o al programma desiderato; e spesso un piccolo problema costringeva a rifar tutto daccapo. Durante tutti questi minuti nessuno degli allora adolescenti avrebbe mai potuto immaginare dove ci avrebbe portato negli anni seguenti l’evoluzione del personal computer (e delle telefonia mobile, del collegamento wireless, etc.).
Il Commodore 64 è stato venduto in più di 17 milioni di esemplari; dalla sua uscita di produzione la frammentazione del mercato e la nascita dei computer assemblati (ed il fatto che un computer, un processore è ormai superato dopo meno di un anno, laddove il C64 è rimasto in vendita per più di dieci anni) cancellavano assolutamente la possibilità che un altro singolo computer potesse raggiungere questi volumi di vendita.
Mai dire mai.

Nel 2010, in un chiaro momento di enorme e globale difficoltà economica, uno strumento per molti destinato solo alle tasche di chi riesce incredibilmente a scansare gli effetti drammatici di questa crisi, pare destinato a cancellare questo record. Lo strumento è un tablet, metà piattaforma di lettura e di utilizzo di file multimediali – quindi permette anche di ascoltare musica, vedere film – e metà computer dotato di applicazioni che permettono di scaricare vari software, fra i quali, ovviamente, quelli per navigare in internet e gestire la posta elettronica. L’iPad è il “computer” che, dopo un quarto di secolo, ruberà il record di vendita al Commodore 64.
I tre milioni di tavolette venduti il 22 giugno 2010
, in soli 80 giorni di commercializzazione, infatti, rendono gli 8 milioni previsti a fine anno una previsione pessimistica.Non è il nostro mestiere recensire computer o tablet; le caratteristiche dell’iPad, però, sono a dir poco singolari. Quelle tecniche che la descrivono come macchina eccezionale per la fruizione di audio, video e testi. Eppure le feroci critiche non mancano. Per essere stringati e super partes basta dire che anche all’utente più sprovveduto appare chiaro che alcune di queste caratteristiche sembrano escogitate per rendere l’utilizzatore il più dipendente possibile dall’iPad e soprattutto dalla Apple. In questa ottica si interpretano infatti una serie di limitazioni che indirizzano l’utente solo ed esclusivamente verso tutto ciò che è licenziato o “permesso” dalla Apple. Criteri legittimi secondo la casa di Cupertino ed i suoi fan, prove di monopolio e censura secondo altri. In questa diatriba prendiamo spunto solo per un piccolissimo resoconto a volo d’uccello di quello che è accaduto dal 3 aprile 2010 ad oggi (data della prima commercializzazione in Usa della versione Wi-Fi) e soprattutto di come questo può (potrà, non potrà…) interessare gli appassionati di fumetto. Cerchiamo quindi di raccogliere le idee e fare il punto della situazione per quel che riguarda le applicazioni a fumetti per iPad.

Qualche premessa
Parliamo di uno strumento di lettura ci cui tre mesi fa non immaginavamo nemmeno l’esistenza. E’ chiaramente impossibile indovinare se l’utilizzo dell’iPad possa raggiungere numeri importanti anche solo dalle vendite future (quindi solo previsioni) delle tavolette. Va da sé che in un mercato asfittico come quello del fumetto in Italia sarebbe interessante sapere quanti dei circa cinquantamila che hanno acquistato l’iPad sono lettori di comics e procederanno ad acquistarne per leggeri sul loro nuovo giocattolino. Il solo 1% di questo numero significherebbe discreto successo editoriale per molti fumetti italiani, stando a quanto si dice sottovoce sui dati di vendita di casa nostra.
Per la seconda premessa ci tocca scendere nella retorica: quanto abbiamo raccolto è davvero parziale. Se vi può sembrare una excusatio non petita in effetti lo è. Non si tratta di mettere le mani avanti, ma solo di spiegare che molte case editrici non sono citate in questo articolo sia per non allungare a dismisura lo scritto sia perché il volo d’uccello realizzato consiste per definizione proprio in questo, una panoramica essenziale, magari parziale. Un dato interessante quanto generico che salta subito all’occhio è dato dal fatto che i grandi editori (anche quelli che operano su scala mondiale) si son praticamente mossi tutti ma i piccoli e piccolissimi, complice la facilità di gestione delle piccole aziende, sono spesso stati molto più rapidi e tempestivi, vedendo nell’iPad una concretissima opportunità pubblicitaria. In pratica sembra che per i più grandi si tratti di una necessità da espletare per dimostrare di essere al passo con i tempi, per i piccoli un concreto tentativo fatto per ottenere visibilità se non un incremento di vendite.

La terza premessa è che la via digitale al fumetto chiaramente non è solo iPad; abbiamo preso a pretesto l’albo
Invincible Iron Man Annual n.1 del nostro Carmine Di Giandomenico (la nostra intervista qui), edito in contemporanea dalla Marvel in cartaceo e su applicazione iPad per dedicare la nostra attenzione solamente a questa seconda via. Va da sé che le strade sono tante e, come si è detto, l’iPad al momento non è sicuramente accessibile né richiesto da una moltitudine di persone.Pertanto molti altri discorsi andranno fatti sulla digitalizzazione del fumetto, sia come semplice fruizione su schermo di fumetti pensati per l’editoria tradizionale, sia come utilizzo di un nuovo mezzo (computer e internet) per fare fumetto.
Per questo tipo di argomento parecchi esempi sono gentilmente forniti, in Italia, dalla C
oniglio Editore. La rivista Animals, ad esempio, ha dato spazio su carta a fumetti nati per la lettura online (e quindi a lettura verticale…). C’è poi la rivista Scuola di Fumetto che contestualmente a un non soddisfacente riscontro in edicola e in libreria e alla scelta di passare alla bimestralità lancia la vendita online del PDF della rivista ad un terzo del costo in edicola oltre alla possibilità, nel tempo, di accedere (sempre via acquisto online) ai PDF dei numeri arretrati.
Oppure capita che la stessa Coniglio Editore, per supportare il Comics Day, organizzi su due piedi l’uscita editoriale in PDF di una nuova rivista chiamata
ComicsWeb e che la stessa diventi un semestrale, spazio libero per vecchi o giovani autori quasi sempre al debutto ma raccolti, selezionati e impaginati da una redazione che si occupa di fumetti da una vita.

Sempre nello stesso ambito editoriale è interessante sottolineare l’apparente contraddizione fra una nuova rivista a fumetti, il Canemucco, partita proprio grazie ad una massiccia adesione di abbonamenti online e di come sia difficile riuscire a trasformarla in applicazione per iPad – ovvero di come trovi sbarrata una via “online” – visto come alcune delle storie pubblicate presentano contenuti visivi che contrastano con la policy aziendale Apple.

Digitale ergo sum
In ambito iPad, in Italia, invece, ricollegandoci al discorso della lentezza organizzativa delle grandi case editrici è da citare l’esempio della
Disney Italia che, il 28 maggio, si muove rapidamente per pubblicizzare la digitalizzazione per iPad dei suoi fumetti, salvo poi a più di un mese (ultimo controllo effettuato il 4 luglio) dopo l’annuncio non trovare ancora alcun catalogo sul suo sito. Discorso diverso se ci si collega al sito britannico della Disney, dove è già possibile scaricare applicazioni di fumetti (in inglese) di Guido Martina, Massimo de Vita, etc..
Sempre in Italia va anche segnalato il progetto della rivista bimestrale
Icomics, che, nonostante l’essenziale (a dir poco) sito internet, si autopromuove come rivista che fa della multimedialità il suo marchio di fabbrica, utilizzando la tecnologia dei codici QR, che permetterà di scaricare, a integrazione della rivista stessa, contenuti su tablet e cellulari. Rivista cartacea, quindi, che chiede di essere integrata online.

Tornando nuovamente all’iPad, l’editore Tunuè ha prontamente (maggio 2010) provveduto a trasferire i contenuti di alcuni dei suoi fumetti su applicazioni per iPad. Il tutto grazie al lavoro della Enchanced Press, reduce dalla riedizione con grande successo, sempre su piattaforma Apple, delle strisce Sturmtruppen di Bonvi, posizionandosi in questo modo primo fra gli editori italiani che hanno presentato un vero e proprio catalogo a fumetti accessibile via iPad. Vale la pena aggiungere che gli albi hanno un costo di 0,79 Euro.

Gli Stati Uniti sono il mercato principe di vendita del tablet e finalmente si inizia a vedere come gli editori di fumetti stanno affrontando la traduzione in digitale dei loro albi.

A marzo 2010, con buona prontezza di riflessi, la Marvel aveva già lanciato sul mercato delle applicazioni per iPhone parte del suo immenso database, spaziando da riproposte degli anni novanta a classici degli anni sessanta. Chiaramente, una volta trovata la strada, la nascita dell’iPad ha solo preso poco tempo per sdoppiare l’offerta, che tempestivamente è stata destinata al tablet in vendita da Aprile.
L’applicazione è particolarmente accattivante anche se, in questo caso, i costi dei singoli albi non sembrano particolarmente economici (una piccola panoramica dell’utilizzo si può trovare
qui).
Preannunciato da un po’ di tempo, il 30 giugno la Marvel ha editato Invincible Iron Man Annual n.1 contemporaneamente su carta e online via applicazione per iPad e iPhone, evento che ha spinto molti a chiedersi se fossimo all’inizio di una nuova era per la commercializzazione dei comics. Domanda impegnativa e probabilmente fin troppo ottimistica. In ogni caso un piccolo/grande evento che va segnalato che però offre ancora troppi punti di domanda per poter azzardare previsioni (anche quelle facilmente pessimistiche sembrano azzardate). Tra l’altro la singolarità di questa uscita sta anche nel fatto che, avendo edito un Annual (e non un singolo numero di una serie mensile) la Marvel ha prezzato il cartaceo a us$4.99 e ha invece diviso versione digitale in tre tranches da 1.99 $ raggiungendo il singolare risultato di rendere quest’ultima meno economica di quella cartacea.
E prima? Il 16 giugno, nel frattempo, la
Dark Horse aveva pubblicizzato la sua sottoscritta partnership con il quotidiano USA Today e la (!) Toshiba per la distribuzione online di fumetti in digitale, sempre tramite Apple e la sua nuova piattaforma iPad. Il programma che intendono realizzare si chiama DH:HD; dove DH sta per la sigla dell’editore e HD per High Definition, ovvero il contributo (tecnologico) della Toshiba nella realizzazione dello stesso.

Il 23 giugno era quindi scesa in campo la DC Comics, affidando alla Comixology (stesso “server” che cura gli adattamenti dei fumetti per la Marvel) la trasformazione dei suoi fumetti in applicazioni per iPad. Nella presentazione del servizio, che al momento prevede la vendita di fumetti con costi tra $0.99 e $2.99, è simpatico sottolineare come il progetto preveda non solo incentivi economici per gli autori ma anche un “ribaltamento” degli utili in altri settori in un continuo tentativo di pubblicizzare i servizi e le vendite dei fumetti. L’applicazione (ecco, dal sito CBR, un esempio di utilizzo) sarà utilizzata infatti come veicolo pubblicitario (saranno messe a disposizione gratis 10 tavole in anteprima del numero 700 della rivista Superman), per vendere ristampe di cicli importanti ma anche per commercializzare fumetti in contemporanea con la loro uscita nella versione cartacea, iniziando dal primo numero disponibile della serie Justice League: Generation Lost.

E verrà la fine del mondo
Vale la pena prendere fiato e buttare nella mischia due o tre argomenti neanche tanto piccoli.
Le prime reazioni a quanto sopra riassunto sono state di vario tipo; dal grido di dolore delle già provate fumetterie, pronte a chiudere bottega di fronte ad una piuttosto inverosimile trasmigrazione di acquisti dal cartaceo al digitale, alle grida di gioia degli ottimisti che vedono nell’iPad un volano per le vendite dei fumetti.

In ogni caso, senza tema di smentita, vale la pena dire che per qualsiasi analisi definitiva o quantomeno esaustiva al momento è decisamente troppo presto, anche perché non si capisce ancora bene quale utilizzo sarà fatto di questa tavoletta né quante ve ne saranno in giro e di queste quante realmente utilizzate per l’acquisto di fumetti.Inoltre, e questo è un punto che ha scatenato enormi discussioni, non tutti i fumetti sono rintracciabili su applicazioni per iPad. Non per negligenza degli editori o degli autori, ma a causa delle strette regole che la casa madre Apple ha dettato e detta in materia di controllo dei contenuti veicolati dai loro tablet. Per farla breve non esiste applicazione (e quindi fumetto) che possa essere letto su iPad (tramite applicazione “iTunes” originale, per intenderci) se la Apple non ha prima dato l’ok per quel che riguarda i contenuti. Le linee guida dell’azienda americana infatti fanno respingere, facciamo qualche esempio, fumetti con donne con un seno in vista, fumetti con scene di sesso, e così via. E, in un momento in cui sembra importante esserci da subito, questo crea problemi non da poco a moltissimi editori. L’esempio che più gira in rete è quello della Kodansha, che ha scoperto che il trenta percento dei suoi manga non sono pubblicabili su iPad. Grandi dubbi e grandi preoccupazioni quindi per molti editori, combattuti fra il rinunciare (e automaticamente tagliarsi fuori da un mercato potenziale nel quale si è facilmente raggiungibili dagli utenti e si offre un prodotto su un supporto impeccabile) e censurare i propri prodotti … C’è da chiedersi se i compromessi saranno o sono già all’ordine del giorno fra la libertà creativa e l’impossibilità di vendere via iPad. Sembra maggiormente chiaro solo ora perché il sistema iPad sia così chiaramente non comunicante con il resto del mondo se non con l’Apple Store e le sue applicazioni originali. L’Apple ha il controllo dei contenuti: gran parte dei fumetti che giudichiamo “d’autore” sarebbero impubblicabili. C’è da chiedersi se anche questa volta il dio danaro, sottoforma di un prevedibile aumento di fatturato, non abbia il potere di modificare le posizioni di Apple come del resto sembra essere già successo almeno in un caso come raccontato da Paolo Attivissimo nel suo seguitissimo blog “antibufala” (ecco l’allarme già rientrato ).
Lo stesso Marco Dambrosio (il Makkox che realizza fumetti per e coordina la rivista il Canemucco di cui abbiamo già parlato) ha fatto notare che la Apple non permetterebbe la vendita dei suoi fumetti online via iPad ma consentirebbe allo stesso Dambrosio di commercializzare un browser nell’Apple Store con il quale sarà possibile scaricare nella cache dal suo sito protetto Canemucco le storie altrimenti censurate per poi poterle leggere anche offline.
E’ decisamente fin troppo presto fasciarci la testa e prevedere l’avvento di fascisti californiani a gestire i contenuti del fumetto mondiale. Lo è anche probabilmente paventare chiusure di fumetterie a causa dell’acquisto in massa di fumetti su iPad, visto la concretissima crisi che le attanaglia comunque. Parimenti troppo ottimistico pare a tutti attendersi dall’iPad la salvezza dei mali del mondo del fumetto.I più, infatti, sostengono che l’unica cosa impensabile, in un futuro che riserva spesso innovazioni o fallimenti imprevisti, è l’attendersi la fine del supporto cartaceo, quel fumetto che spesso vogliamo ostentare in libreria, in mano, sotto il braccio per strada o che vogliamo sfogliare, odorare… o prestare ad un amico (“dimmi che ne pensi” gli diremo e poi, gli presteremo l’iPad?). Mentre ci mettiamo alla finestra per vedere cosa ci riserverà il futuro intanto c’è già chi organizza una fiera che punta l’attenzione sull’editoria digitale (produttori di hardware e software ed editori) a Rimini a marzo del prossimo anno.

Abbiamo contattato critici, esperti ed operatori del settore in Italia girando loro tre domande generiche e sintetiche. Troverete le risposte inquietanti, interessanti, dubbiose, fiduciose. Insomma un bel campionario di tentativi di analisi e previsione.
Con la certezza, tutti, che nessuno oggi è in grado di indovinare cosa si sarà avverato a marzo del prossimo anno di quanto paventato finora in merito ad iPad, fumetti, vendite, distribuzione, monopoli, censure e quant’altro.

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