Gianni Brunoro: la passione e l’esperienza

Gianni Brunoro è il gradito ospite con il quale inauguriamo la rubrica “scrivere di fumetto”. Da decenni appassionato lettore, è un punto di riferimento della critica nostrana nonché uno degli autori che più ha scritto, in Italia, “di fumetto”.

Ciao e benvenuto nel “nuovo” Lospaziobianco.it. Partiamo da una domanda facile facile: te la senti di indicare due tre momenti di svolta nella storia del fumetto italiano che, negli ultimi 40/50 anni ne hanno cambiato la direzione?
Domanda interessante: perché alcuni momenti nodali, capaci di dare una svolta alla situazione, ci sono stati senza dubbio. Il più importante, anche in senso storico, mi pare la nascita della critica fumettistica – prima inesistente – che possiamo datare con precisione al 1965. Sia grazie al primo convegno di Bordighera che dall’anno successivo sarebbe diventato il Salone Internazionale dei Comics di Lucca, con tutte le conseguenze che sappiamo: una vera svolta al fumetto, che ha coinvolto il mondo intero. E per quanto riguarda l’Italia, la prima conseguenza, nello stesso anno, fu la nascita di Linus, che un po’ alla volta rivoluzionò totalmente l’atteggiamento nei confronti del fumetto, tanto da parte dei lettori quanto – soprattutto – da parte della cultura e degli intellettuali. È un argomento sul quale si potrebbero scrivere interi libri… Altro fatto importante: la nascita delle fumetterie negli anni Ottanta e poi via via dilagata dai Novanta. Fenomeno commerciale ma anche culturale, perché ha permesso un approccio differenziato (e prima inesistente) nei confronti del fumetto e, di fatto, ha poi influito sulla importanza delle Mostre, dei Saloni e così via. È un argomento che meriterebbe un approfondimento ampiamente articolato. Sull’arrivo dei Manga e di tutto quel fumetto americano che potremmo chiamare “supereroistico” ci sarebbe da parlare per mesi… Nella sostanza, ha dato una svolta fondamentale alla consistenza editoriale fumettistica in Italia (e non solo). Altro fenomeno di notevole rilievo è stato quello dei volumi a fumetti allegati a quotidiani e periodici di altro tipo: rivoluzione economico-commerciale, ma anche di politica culturale e, alla fin fine, anche culturale tout-court. È un altro di quegli argomenti sui quali lo storico e il critico potrebbero discettare a lungo. Più recente e di più colossale importanza lo sviluppo – prima timido e ormai fluviale – dei graphic novel. Che possiamo definire senza remore dei fumetti di nuova generazione, anche se la loro origine (sappiamo) è ormai lontana, facendosi giustamente risalire a quel capolavoro che è il Contratto con Dio di WIll Eisner, 1978. Il graphic novel è una vera autentica nuova branca del fumetto. Ciascuno di questi argomenti – insisto – esigerebbe approfondimenti quanto mai ampi…

Rimpiangi qualcosa della “critica” militante degli anni 70/80 rispetto a quella “internettiana” del nuovo millennio?
Mah, rimpianti non direi. Credo che non si debba mai rimpiangere nulla, il rimpianto è un atteggiamento da perdenti… Comunque, al di là delle battute, penso che la critica internettiana sia un naturale sviluppo di quella per così dire “ufficiale” che l’ha preceduta, dopo la sua nascita negli anni Sessanta (cui accennavo prima). In fondo, fare della critica significa soltanto esprimere delle idee, ed è abbastanza interessante che la Rete possa permettere questo un po’ a tutti. Ovvio, peraltro, che non sia tutto oro colato! Ma la “democratizzazione” della possibilità di esprimersi, ossia che ciascuno dica quel che pensa, è stimolante per tutti. Poi, quel che è fuffa si estingue da solo…

Ti andrebbe di fare qualche nome di autore italiano che al momento ti attirano, ti stimola… indicandoci il perché?
Mah… Ce ne sono diversi che per ragioni diverse sono degni di attenzione. E probabilmente siamo in un momento di grandi ribollimenti. Il fumetto si trova in una situazione curiosa: da una parte una crisi economico commerciale, in parole povere, calo delle vendite generalizzato; dall’altra un ampio fermento ugualmente generalizzato sul piano creativo… No, nomi non ne faccio, farei sicuramente dei torti. Ma in senso generico mi pare che ci siano sia molti giovani che hanno cose da dire, sia vecchi Maestri con qualche idea innovativa.

Ti lanceresti, indicandoci qualche giovane autore al quale auguri (o per il quale prevedi), come suol dirsi, “grandi cose”?
Non saprei, direi vedi la risposta precedente. Certamente questi nomi ci sono, ma non sono così chiaramente individuabili. O per lo meno, non da me!

Cosa pensi delle migliorate possibilità di trovare sbocchi lavorativi per gli autori di fumetto italiani anche e soprattutto all’estero?
A parte che sono ben contento che l’opera dei Nostri sia valorizzata e richiesta all’estero, tuttavia nel contesto penso anche una cosa un po’ malinconica. Ossia che molti, specie fra i giovani, lavorano meglio per l’estero che per l’Italia. Il che significa da una parte che all’estero si chiedono degli standard qualitativi più alti di quelli di casa nostra, dall’altra che la buona retribuzione permette all’artista di lavorare meglio. Troppo ovvio, forse…

Come pensi stia procedendo (qualitativamente e quantitativamente) la produzione fumettistica italiana?
In generale, migliorando, ovviamente. Data la mia età, posso senza dubbio constatare che molta della produzione oggi corrente sarebbe stata definita decenni or sono “fumetto d’autore” (espressione ormai abbastanza obsoleta).

Come analizzeresti la situazione editoriale italiana al momento?
In senso generale (siamo sempre lì) mi pare che ci sia una buona produzione, Certo, questo è un argomento talmente ampio che non lo si può liquidare con la rispostine a una semplice domanda.

Hai mai dovuto ricrederti su un tuo pregiudizio nei confronti di un autore o un genere fumettistico? In generale, ritieni sia facile essere aperti ad ogni tipo e genere di fumetto o pensi che ci siano delle “ostilità” più o meno giustificate?
Penso che il ricredersi possa essere conseguenza del farsi una idea pregiudiziale. Personalmente, non mi pongo aspettative e cerco di giudicare sempre “dopo”. Per cui non mi pare di dovermi ricredere su chi o cosa…

Avresti dei suggerimenti da dare per migliorare la distribuzione -e il suo apprezzamento- del fumetto fra i giovani e aumentare l’attenzione della cultura –decisamente latitante- e dei suoi strumenti di comunicazione nei confronti dello stesso?
No, no, non ho suggerimenti da dare a nessuno! Però quanto a fare confronti tra diffusione e del fumetto e “clamori” su di esso, rispetto a quanto avviene invece nella musica, l’argomento è interessante, ma talmente complesso che esigerebbe un’analisi ben più articolata che un paio di frasi.

Di che cosa ti piacerebbe occuparti nel prossimo futuro?
Bah, non saprei. Mi manca già tutto il tempo che vorrei per occuparmi di ciò di cui già mi occupo, che oltre tutto è il fumetto tradizionale (e anche di argomenti di natura storica). Mentre invece ho una conoscenza sempre più esigua di settori sempre più importanti e consistenti, come il fumetto giapponese e quello americano.

 

Biografia di Gianni Brunoro da: Lospaziobianco.it

 

 

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