La riduzione a fumetti consiste nel tradurre attraverso il medium fumetto un racconto o un romanzo. Nel nostro caso la parola “riduzione” e la sua accezione (ridurre come semplificare o come diminuire) non rendono giustizia al risultato finale dell’opera di Lino Landolfi, che tutto può essere tranne che “meno” del romanzo di riferimento.
L’autore è un disegnatore (ma anche autore completo) di fumetti nato a Roma nel 1925 e ivi scomparso nel 1988; a partire dai primissimi anni ’50 fu baciato da una discreta fortuna grazie alle sue pubblicazioni su “Il Vittorioso” (suoi alcuni “serial” di grande impatto sui giovani lettori dell’epoca) così come con alcune trasposizioni di romanzi a fumetti e con altre serie pubblicate ne “Il Giornalino”. Nicola Pesce Editore, oggi, mette decisamente a segno un gran bel colpo ristampando integralmente (si ricorda in precedenza solo una vecchia edizione in un unico volume della Comic Art) la riduzione a fumetti de “Don Chisciotte”, del Landolfi, appunto, originariamente pubblicato da “Il Vittorioso” a cavallo far il 1968 ed il 1969.
Non è ingiustificata la sottile euforia nel segnalare questo volume, probabilmente sfuggito a molti, vista la quantità di peculiari qualità che, accennate di seguito, lo rendono una piccola perla del fumetto italiano del dopoguerra.
Si parte, ovviamente, dalla scelta dell’opera che funge da soggetto ma anche da testo vero e proprio del fumetto: El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha è il titolo originale del romanzo “seriale” di Miguel de Cervantes Saavedra da più di quattrocento anni ormai un caposaldo della narrativa moderna. Le finalità originarie dell’opera così come lo svolgimento fantastico (in entrambi i sensi) lo rendono una pietra miliare della narrativa; eppure sono ancora tante altre le caratteristiche che lo hanno reso praticamente immortale. Oggetto di innumerevoli adattamenti (cinematografici, teatrali… e ovviamente anche fumettistici, tra le quali annoveriamo una del nostrano Jacovitti), è un romanzo con molteplici piani di lettura che narra, con occhio a metà fra il disincantato e l’appassionato, le vicende di un infervorato studioso convinto di dover perseguire una missione, quella di cavaliere errante in perenne lotta contro le ingiustizie del mondo. Ma la vena irriverente e parodistica dell’autore fa sì che tale racconto sia chiave di lettura per interpretare sia il pensiero dell’autore verso la letteratura cavalleresca sia verso la realtà in cui lo stesso viveva (strumento poi chiave del romanzo storico).
La combinazione Cervantes / Landolfi assolve a tutti i compiti di un fumetto: per Giovanni Marchese (giovane saggista e sceneggiatore di fumetti, ndr) i fumetti dovrebbero far sognare, pensare, emozionare, divertire, trasmettere energia ed attivare neuroni. Per alcune di queste attività, tra l’altro, il risultato di quest’opera è decisamente sopra la media.
Come nel romanzo anche il fumetto ha una introduzione nella quale l’autore, in questo caso proprio Landolfi (presente in foto nel fumetto!), racconta i propositi dell’opera; ancora più innovativo il finale, laddove il protagonista, uscendo dal romanzo, parla direttamente al lettore ed ad un famoso personaggio dell’epoca (Procopio dello stesso Landolfi) spiegando in un memorabile quanto prolisso monologo i perché della sua lotta, sì eterna, contro chi male ha interpretato nei secoli il vero significato dell’opera del Cervantes. Spettacolare incrocio fra fumetto, meta fumetto e cross over tra personaggi di fantasia questa parte conclusiva, come si suol dire, da sola vale il prezzo del biglietto.
Fra l’incipit e la sorpresa in coda, pero’, vi è la storia, da tutti conosciuta del cavaliere errante sul suo cavallo Ronzinante e del suo fido scudiero Sancio; Landolfi utilizza a piene mani il testo originale del romanzo citandone ampi stralci, realizzando un curioso pastiche di disegno e testo grottescamente serioso, consegnandoci un personaggio – come ci indica nella speciale prefazione Gianni Brunoro – “tonto” e con il naso a patata, piuttosto che romantico sognatore. Inutile dire che alla fine della storia il “tonto” ci avrà intenerito e conquistato.
separatorearticoloL’autore gestisce il testo e il racconto in assoluta libertà; si lancia in rallentamenti laddove la narrazione è più lenta, aumentando il numero delle vignette e riempiendole di testo. Poi, improvvisamente, dà sfogo all’azione (é o non è un romanzo cavalleresco?) e in poche pagine imbastisce onirici scontri su due piani (reale/irreale) fra Don Chisciotte e gli improbabili avversari; a questo punto le vignette si diradano, si ingrandiscono e la cineticità del disegno raggiunge vette elevate, quasi pari alla capacità contorsionistica di Ronzinante.
Landolfi, dalle notevoli capacità tecniche, che potremmo definire classiche, non si esime dal fare un passo indietro rispetto al fumetto realistico (o avanti, a seconda dei punti di vista) e si lancia verso una realizzazione che si inserisce tra lo sperimentale ed il grottesco.
Anche se a guardare bene non si direbbe, Landolfi non è un seguace del tratto, delle acrobazie muscolari e della costruzione verticale della tavola tipiche del canadese Todd McFarlane (nota 1); non è un appassionato seguace dei disegni cartooneschi e deformati di John Clearly, né di quelli di Trent Kaniuga (nota 2). Semplicemente perché quando ha completato il Don Chisciotte questi ancora dovevano nascere o prendere la matita in mano, sapendo cosa farne… Cio’ dimostra che, anche nel campo dei fumetti, l’innovazione è cosa rara e preziosa e la capacità di deformare, arrotondare i personaggi fino a renderli caricature “realistiche”, per usare un ossimoro, non è sicuramente stata una scoperta dei tre disegnatori indicati nella prima metà degli anni ’90.
Lunghissima è la lista, che in parte vogliamo risparmiarvi, degli innumerevoli accorgimenti/strumenti grafici che utilizza per narrare la storia. Si parte dalle normali vignette scontornate fino a quelle realizzate nei classici balloons tondeggianti che indicano che si tratta di un “sogno” del personaggio principale. Vi troviamo splash page ad effetto altamente cinetico oppure splash page con un inserimento di personaggi incontrati da Don Chisciotte rappresentati come fossero carte da gioco di una partita “a carte che non lo riguardasse”. Talvolta, in lontananza ma anche in figura intera, i personaggi sono solo silhouette in nero che si stagliano contro paesaggi dettagliatissimi; molto più spesso invece siamo colpiti dai dettagli di un tratteggio che scolpisce sulla tavola i vari materiali rappresentati.
Balza agli occhi la cura maniacale del tratto e dell’inchiostratura; l’autore spesso tratteggia perfino le ombre, lasciando spiccare in primo piano personaggi pennellati con una pulita “line art”. Sono scartate a priori le soluzioni ripetitive e rapide; fra le meno comuni sottolineiamo solo un personaggio disegnato di solo tratteggio (senza contorno) ed una oppure “texture” a scacchi di righe incrociate “a la” Toppi.
In sintesi una serie davvero infinita di varianti sul tema che nobilitano il Landolfi disegnatore al pari dell’inchiostratore, in grado di mostrare cosa sia l’arte di “fare fumetto”.
Abbiamo tra le mani, grazie alla NPE che ce lo consegna in una discreta seppur migliorabile veste editoriale, un vero e proprio gioiello che farà la gioia degli occhi di tanti appassionati del buon fumetto. La copertina ha fatto storcere qualche naso, ma la (voluta?) pesante impostazione barocca convince chi scrive perché introduce da subito un certo gusto grafico d’antan.
L’apparato redazionale è poderoso ed intrigante e non manca di stimolare la curiosità di leggere (o rileggere) l’annunciata riedizione della riduzione del romanzo di Mark Twain “Un americano alla Corte di Re Artù” o altre sue trasposizioni a fumetti di pari livello qualitativo del “Don Chisciotte”.
Un romanzo a fumetti che, grazie alle fantasiose capacità artistiche del disegnatore, cavalca in maniera elegante e coerente, tanto da ben interpretarne anche l’irriverente spirito “donchisciottesco”, l’originale da cui è tratto.
Note:
1) www.spawn.com/info/todd/bio
2) www.creedguy.blogspot.com/
Riferimenti:
Nicola Pesce Editore:
Lino Landolfi su Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Lino_Landolfi
Don Chisciotte
di Lino Landolfi
Nicola Pesce Editore
ISBN 978-88-96070-08-6
Cartonato, 112 pag. b/n – 22,90 euro
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