Pubblicata il 26 novembre qui…
Abbiamo piacere di ospitare, in forma estesa e completa, una intervista ai disegnatori Raul Cestaro e Gianluca Cestaro. L’intervista è apparsa in forma parziale sulle pagine del Quotidiano del Sud – Edizione di Salerno il 29 ottobre 2021.
Ciao e bentrovati. Dal 30 settembre, in coincidenza con i festeggiamenti per i 35 anni dal primo numero, siete i copertinisti della serie mensile di Dylan Dog. Più emozione o più soddisfazione?
La proposta dalla casa editrice ci è stata fatta, a sorpresa, in estate inoltrata. Quando l’abbiamo ricevuta, la nostra primissima reazione è stata di incredulità…. Sinceramente non avremmo mai pensato di approdare alle copertine della serie regolare, mai pensato che potesse arrivarci questa offerta. Subito dopo, quando si è trattato di accettare o meno, non ce lo siamo fatti ripetere due volte. Una opportunità di questo genere, pressoché unica, è una di quelle che proprio non potevamo rifiutare. Fin dall’inizio però, ad accompagnare una naturale soddisfazione personale, è arrivato da subito un altrettanto naturale senso di grande responsabilità: siamo ben consci di quale impegno serio sia questo e la preoccupazione di cercare di essere all’altezza della situazione, è decisamente al primo posto.
Avete subito realizzato che si sarebbe trattato dell’albo di celebrazione dei 35 anni della serie (incastonata in quella degli 80 dell’editore)?
No, all’inizio non ci eravamo resi conto che questo cambio al timone delle copertine cadesse esattamente nel mese dei 35 anni del personaggio. Superata l’emozione iniziale, ci siamo resi conto anche di questa coincidenza: 35 anni sono un traguardo sicuramente non indifferente per questo personaggio, così importante per il fumetto italiano. Anche questo importante evento ci spinge nel proposito di fare bene, nell’intento di cercare di dare il nostro contributo migliore.
Ereditate quello che è stato il lavoro di Claudio Villa, Angelo Stano e Gigi Cavenago. Venite, comunque, da due anni e mezzo di esperienza sulla testata Oldboy, pensavate fosse possibile un giorno passare alla serie regolare?
No, come abbiamo detto prima, sinceramente non pensavamo possibile che questo potesse accadere. Già curare le copertine della collana Dylan Dog Oldboy per noi era una grande soddisfazione. il nostro impiego come copertinisti della collana era partito da una nostra proposta, ci piaceva l’idea di poter dare un nostro contributo al personaggio, ma ripeto che mai avremmo sospettato di poter poi passare alle copertine della serie principale. Siamo felici di succedere a dei grandi artisti come Villa, Stano e Cavenago. Abbiamo da sempre apprezzato il loro fondamentale contributo; ognuno di loro, a modo suo, e in momenti diversi, ha dato grande linfa al personaggio. Da parte nostra stiamo cercando di raccogliere il testimone senza farli rimpiangere troppo.
Quando vi fu pubblicato il disegno, da “wannabe”, nella pagina della posta di Dylan Dog avreste mai pensato di diventare copertinisti di quella serie?
Decenni fa pubblicarono un nostro disegno nella Horror Post del numero 51 di Dylan Dog, nel 1990. Chiaro che all’epoca, a 15 anni, non avremmo mai pensato a un epilogo come quello recente. Dylan Dog è il fumetto della nostra generazione, era abbastanza logico che all’epoca, due adolescenti quali noi eravamo, già appassionati di fumetti, potessero rimanere folgorati da questo personaggio, come accadde negli anni 90 a tantissimi altri nostri coetanei. Ricordiamo ancora che realizzammo questi tre disegni di Dylan Dog nella speranza che almeno uno di questi potesse piacere alla redazione, e fargli in qualche modo decidere per una pubblicazione all’interno della Horror post, come poi avvenne. Ma il particolare che ci piace ricordare è che questi tre disegni erano accompagnati da una lunga lettera, che si chiudeva con un nostro desiderio/proposito: scrivemmo che il nostro sogno sarebbe stato, un giorno, di potere disegnare sia per Tex che per Dylan Dog. una dichiarazione che a qualcuno potrebbe apparire forse incauta e molto prematura, per due quindicenni, ma ad oggi possiamo dire che si è chiuso un cerchio. Di certo però, nemmeno all’epoca ci eravamo accostati all’idea di poterne diventare i copertinisti. Era pura fantascienza, anche il solo sognarlo.
L’avervi scelto secondo voi dipende anche da riscontri positivi ricevuti dal lavoro sull’Oldboy?
Probabilmente a questa domanda non dovremmo rispondere noi. In ogni caso pensiamo che la scelta possa essere caduta su di noi, per varie ragioni.
Sicuramente il lavoro svolto sul Dylan Dog Oldboy avrà concorso a indirizzare la loro scelta. Penso però che non sia solo quello: in altre occasioni abbiamo con piacere ricevuto apprezzamenti dalla casa editrice per diverse collaborazioni dylandoghiane, come le copertine per altre pubblicazioni su Dylan Dog legate ai gruppi editoriali dei quotidiani nazionali, o per esempio con il lavoro che da anni svolgiamo per le illustrazioni legate a Dylan Dog, da autografare allo stand Bonelli in occasioni delle fiere fumettistiche. Il nostro tentativo, da buoni conoscitori del personaggio, è sempre stato quello di cercare di restituire graficamente l’essenza originaria di Dylan Dog, quanto più fedelmente ci è possibile; forse anche il riuscire evidentemente abbastanza bene in questa cosa, avrà indirizzato la casa editrice a scegliere di affidare a noi questa importante opportunità.
Realizzare una cover è sicuramente complicato: c’è da seguire indicazioni editoriali, del curatore, etc etc. La copertina è quel che in edicola spicca e deve invogliare all’acquisto. Come avevate organizzato il lavoro per le cover dell’Oldboy?
Qualcuno ha detto che disegnare una tavola di fumetto dovendo seguire una sceneggiatura prestabilita equivale a risolvere dei “problemi”; e in una tavola composta da una media di cinque immagini alla volta, di problemi da risolvere ce ne sono abbastanza! E anche in un fumetto, indicazioni e “paletti” non mancano… Una cover è pur sempre una immagine unica ma diciamo che sia la copertina che un fumetto hanno le proprie difficoltà.
Riguardo le cover del Dylan Dog Oldboy le indicazioni iniziali partivano dal curatore della testata, dopodiché Gianluca si occupava di disegnare qualche bozzetto sul tema. Le cose principali da tener presenti erano soprattutto la centralità del protagonista che doveva sempre esser immediatamente riconoscibile nella scena…per cui è anche capitato che ci fosse chiesto di ingrandirne le dimensioni affinché fosse più visibile. Su quella collana in particolare le cose da evitare erano soprattutto zone ricche di elementi che combaciassero con i titoli delle storie stampati in copertina che potevano così rischiare di risultare poco leggibili…oppure, sul nuovo corso del Dylan Dog Oldboy bisognava evitare di disegnare figure o elementi importanti in prossimità del bollino giallo in copertina che rischiava così di coprirli; e più in generale, evitare di disegnare elementi equivoci o molto truculenti e splatter, giudicati eccessivi per una copertina pur trattandosi di un fumetto horror…motivo per cui è anche capitato che ci fosse bocciata una proposta con una immagine giudicata eccessivamente sanguinaria.
C’è qualche differenza (se vi va di svelarla) con le copertine che state realizzando ora per la serie regolare?
Per la serie regolare non ci è stato chiesto di stravolgere troppo il nostro stile adottato sulle cover del Dylan Dog Oldboy, ma soltanto di aggiungere una linea di contorno più netta e qualche nero in più, dal momento che anche Sclavi predilige uno stile grafico più legato al fumetto e meno pittorico, come può essere invece qualche copertina che abbiamo realizzato in precedenza per il Dylan Dog Oldboy.
State realizzando una storia di Tex destinata a entrare fra le storie canoniche classiche della serie; vi va di dirci qualcosa su come è stato tornare a disegnare Tex dopo averlo tradito con Dylan… e in merito alle differenze sostanziali che trovate nell’affrontare i due diversi personaggi?
Tornare a disegnare Tex dopo alcune storie di Dylan non è stato un passaggio immediatamente facile: abbiamo dovuto riprender un po’ di familiarità col personaggio e la sua epoca, dal momento che in questa nuova storia abbiamo anche provato subito a caratterizzare Tex con una fisionomia un po’ più morbida rispetto alla nostra versione del personaggio presente nelle storie precedenti, in cui gli avevamo dato a nostro avviso dei tratti a volte troppo duri e marcati.
Riguardo alle differenze nell’affrontare Tex e Dylan Dog sono effettivamente sostanziali, essendo i due personaggi profondamente diversi e lontani non soltanto a livello storico. A parte le diverse caratteristiche fisiche, sono soprattutto le diversità caratteriali a differenziarli non solo psicologicamente ma anche esteticamente; Tex è un personaggio tutto d’un pezzo, con molte certezze e pochi dubbi…perciò, oltre a disegnarlo con un fisico più imponente, è importante anche dargli una postura peculiare e una camminata sicura, con una postura più “spavalda”; inoltre Tex è un personaggio che tende a rivelare poco le proprie emozioni, per cui ci sono alcune regole da rispettare come farlo gesticolare meno possibile e non disegnarlo troppo preoccupato, spaventato, ma nemmeno troppo sorridente. Per cui la difficoltà principale è rendere il personaggio espressivo pur avendo lui una intensità di espressioni molto limitata.
Invece Dylan Dog è, contrariamente a Tex, un uomo con poche certezze e molti dubbi, più fragile e introspettivo: con maggiori debolezze, oltre che diverso anche dal punto di vista della struttura fisica. E già il suo carattere particolare ci induce a farlo muovere in maniera diversa, a dargli una camminata meno fiera e sicura, in modo che anche dal modo di camminare si possa intuire come Dylan sia sempre un po’ immerso nei suoi pensieri e nei suoi incubi. Ed essendo più fragile è anche più indicato rendere graficamente le sue emozioni in modo più evidente, per cui questo ci dà modo di giocare maggiormente sulla gamma della sua espressività e della sua postura, al contrario di Tex.
Lavorate sui due personaggi a fumetti tra più importanti e venduti in Italia. Teoricamente un punto di arrivo. Con tanto lavoro da fare già “solo” per copertine di Dylan e storie di Tex, canti di “sirene” che vi chiamano da altri lidi (non per forza altri editori) per far qualcosa di diverso li sentite?
Effettivamente le copertine di Dylan Dog e le storie di Tex ci lasciano davvero poco spazio per poter fare altro; ad ogni modo qualche proposta da altre serie è arrivata, come ad esempio Dragonero a cui non ci dispiacerebbe collaborare in qualche modo, magari in un momento futuro un po’ più libero da impegni pressanti. Riguardo il futuro non immediato, ci piacerebbe magari lavorare per il mercato estero, come quello francese o americano, o anche orientale, accogliendo proposte dall’estero che ci sono effettivamente arrivate e che non abbiamo ancora accolto a causa di stringenti incarichi lavorativi.
In un futuro lontano, quale “sfizio” professionale vorreste togliervi?
Non ci dispiacerebbe in futuro poter soddisfare una vecchia aspirazione come disegnare una storia libera scritta da noi, magari con una impronta grafica nuova e diversa rispetto allo stile che usiamo abitualmente… vedremo se in futuro troveremo i presupposti e l’opportunità di realizzare anche questo desiderio.
GIANLUCA E RAUL CESTARO
Gianluca e Raul Cestaro nascono a Napoli il 26 febbraio 1975.
Dopo essersi diplomati, i gemelli intraprendono nel 1996 la professione di disegnatori di fumetti lavorando al fianco di Giancarlo Alessandrini, col quale realizzano, per il Lucca Comics, Kid, una strana storia.
Nello stesso anno inizia la collaborazione con la Sergio Bonelli Editore; il loro primo lavoro è per la testata Zona X, dopodiché passano a Nick Raider.
La consacrazione definitiva avviene nel 2003 con l’uscita nelle edicole del numero 518 di Tex, intitolato Pioggia e sceneggiato da Claudio Nizzi; da questo albo infatti vengono ammessi ufficialmente nello staff di disegnatori della testata principale della Bonelli, serie di cui illustreranno negli anni seguenti altri albi in collaborazione con Tito Faraci.
Nel 2011 realizzano la copertina del settimo Dylan Dog Color Fest.
Oltre a a lavorare come visual artist per videoclip musicali, la loro attività in ambito fumettistico comprende anche la copertina per l’edizione speciale del primo volume della nuova edizione di Larry Yuma (“Larry Yuma-Il solitario del West”) di Claudio Nizzi e Carlo Boscarato, edito da Allagalla e alcuni numeri di Dylan Dog.
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